Frate Chiodo
Data: 27/01/2018,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Edipo
... Chiodo si mortificò per quelle parole e si intristì. "Pazienza", disse, "chiederò a qualcun altro." "La gente qui è avara e non ama i frati." "Pazienza, dormirò sotto le stelle." "Di notte gela e si muore dal freddo in questa stagione. A casa mia c'è posto e io sono una donna sola ma la gente non credo che mormorerà se ti ospito. Non sei tu il santo monaco di cui ho sentito parlare?" "Certamente non sono io, se hai sentito parlare di un santo. Grazie per l'offerta ma dormirò sotto un albero." "Stanotte pioverà, si sente nell'aria, e forse un fulmine si abbatterà sull'albero. Sei un ipocrita, monacello? Hai paura di restare solo con una bella ragazza? La tua virtù è davvero poca cosa se basta un tanto così per spaventarti." Il cielo si stava davvero incupendo, il buio calava e frate Chiodo ebbe paura perché le bisacce piene avrebbero potuto attirare i ladri. La ragazza, attinta l'acqua, tornava a casa. "Fai come vuoi", disse indifferente, "ti lascerò socchiusa la porta del cortile per un quarto d'ora, se ci ripensi." Frate Chiodo ci pensò, poi decise di seguire la ragazza. Entrò nel cortile, ampio e con un salice piangente nel mezzo. Legò la mula all'albero e si guardò intorno. La donna portò della paglia per la mula e un secchio per farla bere. Il monaco le disse:" Posso dormire qui, nel cortile, se mi date un sacco e una coperta." "E via, che dici? Non tratterei così un vagabondo, figuriamoci un santo frate." Lo condusse in casa e questa era bella e pulita e spaziosa. Vide ...
... che il suo ospite zoppicava e gli chiese cosa avesse al piede. "Una vescica causata dal cammino, non è nulla", rispose lui ma lei pretese di vedere la ferita e prese dell'acqua e delle garze e volle che si sedesse e gli prese il piede lesionato e lo lavò e vi versò del vino e lo pulì e lo unse con misterioso unguento profumato e i suoi lunghi capelli sembrava quasi volessero asciugarlo. Poi gli diede da mangiare e quasi imboccava il frate riluttante, poco avvezzo a porzioni così abbondanti e saporite. Poi volle che bevesse il suo vino e gliene versò due bicchieri colmi e volle che mangiasse i suoi dolci. Frate Chiodo, assai confuso da tutta quella cortese generosità, provava una dolcezza nuova, sottile, e il vino, con cui non era in confidenza, lo aveva quasi stordito. Fissò con occhi lucenti la donna e vide che era vestita con eleganza, i neri capelli sparsi sulle spalle, la veste un pò più scollata di quanto fosse abituale a quell'epoca e che lasciava vedere l'incanto dei giovani seni. Un profumo di agrumi e di lavanda veniva dalla sua persona e quella pulizia e quel buon aroma gli richiamarono alla mente ricordi dolorosi e sfuggenti. "Dimmi un pò", gli disse la donna,"ma perché ti sei fatto frate?" Forse fu il vino, forse il senso di spossatezza che si era impadronito di lui, forse il fascino di quella donna, fatto sta che frate Chiodo le confidò quello che solo qualche confessore aveva udito. "Per espiare i peccati di mia madre", balbettò. "Davvero? Dimmi, cosa faceva di ...