1. Abrazo


    Data: 28/01/2018, Categorie: Etero Autore: HarrymetSally, Fonte: Annunci69

    ... barba scura gli incorniciava il viso, contribuendo a quella immagine di antica forza. Danzava come Leonida alle Termopili, occupando uno spazio che nessun altro avrebbe mai potuto violare.
    
    Mi sorpresi a domandarmi come dovesse sentirsi la ragazza, sostenuta e protetta nelle sue figure da tutta quella forza.
    
    “Devo ballare con lui” dissi.
    
    “Scordatelo – fece Anna con una scrollata di spalle – conosci il tipo. Sarà un istruttore di qualche scuola che si è portato l’allieva prediletta in Milonga. Ci ballerà tutta la sera e poi chissà che cosa d’altro ci farà”.
    
    Non potevo darle torto. Così andava il mondo, e così andava il tango. Però ci volevo provare lo stesso.
    
    Attesi paziente, una tanda dopo l’altra.
    
    Anna aveva ragione, pensai. Non la mollava un secondo, neppure quando, approfittando di una pausa e violando le leggi non scritte della Milonga, una bellissima ragazza sui trent’anni con un portamento da modella gli si offrì quasi in sacrificio. Aveva la sua ballerina.
    
    Rifiutai ogni altro invito, e restai lì seduta, contemplando quello spettacolo per l’intera notte con un misto di invidia e rapita ammirazione. Anna mi prendeva apertamente in giro, con una punta di cattiveria perché si sentiva trascurata, ma non mi importava.
    
    Aspettai e aspettai ancora.
    
    Poi, mentre il personale di sala aveva già cominciato ad issare le prime sedie sui tavolini, ebbi la mia occasione. La ragazza che ballava con lui mormorò qualcosa al suo orecchio, e piombò a sedere in ...
    ... modo sgraziato, cominciando a massaggiarsi un piede.
    
    Mi avvicinai a lui senza dire nulla. Esibii le mie forme aggraziate racchiuse in un corto abito verde persiano, e feci ondeggiare per lui i miei capelli rossi.
    
    Attesi la sua mirada, che puntualmente arrivò. Mi condusse sulla pista ormai semi-vuota e mi strinse in un Milonguero possente. Potevo sentire il suo afrore e il profumo vagamente selvatico della sua colonia. Era un odore gradevole fin quasi ad essere stordente, così fresco, diverso dall’olezzo stantio cui ero fin troppo abituata.
    
    Fin dal primo movimento in levare, mi sentii soggiogata.
    
    Volevo muovermi, e creare assieme a lui, ma era come se quel centro di gravità mi traesse a sé fino a soffocare la mia libertà di azione e di pensiero.
    
    Fu esaltante e frustrante al tempo stesso, come se la prossimità di quel Sole mi facesse sentire al tempo stesso totalmente irradiata e intimamente opaca.
    
    Gli istanti trascorsero, un brano dopo l’altro. Galliano successe a Troilo, che successe a Pugliese.
    
    Quando la musica scemò, alzai lo sguardo per cercare il suo, quasi elemosinandone l’approvazione.
    
    “No” disse, allontanandosi.
    
    Rimasi lì, inebetita e umiliata, al centro della pista vuota, mentre le luci si spegnevano.
    
    Con la coda dell’occhio scorsi Anna che mi rivolgeva la sua occhiata da “te l’avevo detto”, ma vi badai appena. Quella singola sillaba bruciava come uno schiaffo.
    
    Trascorsi la settimana seguente in uno stato semi-ipnotico, ripassando con la ...
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