La Vetrata (parte finale)
Data: 29/01/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Ninfa
... della palestra" "Stai scherzando vero?" "No Sara, ma perchè tutte queste domande?" "Niente scusami, devo andare" Mi spoglio, entro in doccia, i pensieri sono tanti, si incrociano, sono confusa. Lui è il titolare, ecco come sa il mio nome, saprà tante altre cose, avrá letto la mia scheda, ma perchè non me l'ha detto? Mi asciugo, come sempre rimango da sola, oggi però non ho fame e non ho nemmeno tanta voglia di uscire dalla palestra. Scendo le scale lentamente, ho quasi paura, apro la porta dello spogliatoio e "Andrea" "Sara" "Cosa c'è?" "Mi fai parlare?" "Parla dai" "Ho fatto di tutto per poterti guardare dalle vetrate, sono uscito dalla mia palestra, non potevo controllare sempre e solo la lezione di zumba da dentro la sala e ho dato direttive di non chiudere le tende. Ho provato a resistere al mio istinto, ma più volevo starti lontano più cercavo informazioni su di te. Avrei voluto portarti a pranzo, tu hai deciso di non andarci, tu hai stabilito il gioco da fare e poi lo stronzo sarei io? Volevo sapere le tue emozioni, non volevo farti sentire una donna facile" "Mi hai masturbata nel parcheggio, il gioco lo hai stabilito te, io l'ho solo continuato" "Ho 41 anni Sara, tu solo 26. La differenza di età mi spaventa, tu sei giovane, bella e sarai abituata a vincere facile. Volevo gestire io la cosa e invece mi sono sentito tanto piccolo, io non ti ho usata" Mi sembra cosí sincero: "Puoi venire in uffucio con me? Non mi piace parlare qui, il portiere ascolta" "Va bene, andiamo" ...
... Mentre camminiamo verso l'ufficio mi sento cosí stupida, sí ho decisamente esagerato, il mio essere ogni tanto cosí banalmente donna in preda a crisi ormonali ha preso il sopravvento. Entriamo, chiude la porta. "Sei arrabbiata?" "Non con te" "E con chi?" "Con me stessa. Non volevo apparire facile e ho fatto la facile, mi sono arrabbiata con te ma non ne avevo la motivazione. Scusami ma nella mia testa c'è una guerra" "Se io ti bacio tu pensi ancora che ti sto usando?" "Baciami, ma poi portami a pranzo" Sorride, che bei denti che ha, dritti e bianchi. Gli metto le mani sulla faccia, la sua barba mi buca le mani e lo bacio, nel suo bacio ritrovo l'aria che mi mancava da giorni. Mi mette le mani sotto la maglia e sale su fino alle mie scapole, mi stringe a sè e mi spinge indietro con il peso del suo corpo costringendomi a sedermi a gambe aperte sulla sua scrivania. Si blocca, si irrigidisce: "Scusami, penserai che sono un coglione" "Baciami ancora" Mi bacia, gli sfilo la maglia, ha sempre quel profumo rassicurante di uomo pulito "Sara che fai?" "Mi fido di te" Si stacca, cammina verso la porta, non so cosa vuole fare, chiude la porta a chiave e si riavvicina: "Tu hai un mondo da scoprire dentro di te" "Scoprilo" Mi spoglia velocemente facendomi rimanere seduta, si abbassa i panataloni, stanno cadendo molte cose ma a lui non interessa, mi distende lentamente sulla scrivania, tira il mio bacino verso di sè e mi penetra con forza. Si muove velocemente, ha voglia di me, questa volta ...