Soft bondage
Data: 30/01/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Maxmar1
... corpo.
Sentiva l’eccitazione crescere, la pelle fremere e la figa che ormai era bagnata colarle gli umori sulle cosce.
“Alzati in piedi” le ordinò Max. Non fu facilissimo. Bendata, coi tacchi e con le mani legate dietro la schiena, sotto gli effetti della canna, aveva paura di cadere. “tranquilla, ti reggo io” le disse lui vedendola barcollare. “non voglio che tu ti faccia male, non sei legata ed imbavagliata per soffrire ma per espandere le tue sensazioni. E le mie”.
Lui la guardò con attenzione. “Sei bella” le disse incominciando ad accarezzarle il corpo con le dita fredde. Poteva vedere i suoi capezzoli inturgidirsi, le gambe un po tremare per l’equilibrio precario che ampliava la sensazione di sottomissione di Marcella.
Max prese un elastico da capelli e glieli legò in una coda liberandole la faccia. Con i capelli raccolti si vedeva ancora meglio la Ball Gag che le impediva di parlare e questo accentuò ancora di più la sua erezione.
Con i tacchi la figa di Marcella si avvicinava facilmente alla bocca di Max seduto. Lui si accomodò sulla poltrona ed iniziò a leccargliela con calma, con la punta della lingua, stuzzicandole l’interno coscia.
Qualche fremito, qualche respiro affannoso, ma poco di più. A Marcella piaceva il gioco e voleva protrarlo a lungo senza dare a Max la sensazione di cedere subito.
Max si fermò, si alzò e la spostò di alcuni passi. Rumori di mobili spostati, una cintura che si slaccia, dei vestiti che cascano a terra, una ...
... sigaretta che si accende, una mano che le cinge la vita e le fa fare qualche passo barcollante in una direzione ignota.
“Allarga le gambe”. Marcella eseguì obbediente. “Piegati in avanti” le disse Max guidandola con una mano. Marcella aveva paura di cadere ma si rese presto conto che piegandosi si appoggiava alla spalliera del divano. Subito dopo sentì la lingua di Max nel solco delle natiche mentre le sue mani le accarezzavano l’interno coscia.
Cercò di immaginare la scena. Lei con le mani legate dietro la schiena, a gambe aperte appoggiata sulla spalliera del divano. Max dietro di lei seduto sulla poltrona che le leccava il culo concentrandosi sul suo buchetto posteriore mentre le sue mani le accarezzavano le grandi labbra e le sfioravano il clitoride. “Chissà se la luce è accesa o c’è penombra” si chiese quasi provando un po’ di vergogna. Poi mise da parte ogni ritegno e si lasciò andare ad un brivido intenso.
La lingua di Max passava lentamente tra le natiche indugiando sull'ano. A tratti si spingeva fino alla vulva penetrandola leggermente mentre le mani le afferravano i fianchi. Le sensazioni calde la percorrevano come un’onda di piacere.
Avrebbe voluto usare le mani, girarsi e prendere il cazzo di Max in bocca. Le piaceva farlo e sentirlo tutto, ma così legata non poteva. Doveva solo lasciarsi andare ed aspettare che fosse lui a prendere l’iniziativa.
Ebbe un sussulto quando senti uno schiaffo sulla natica. Secco, forte e improvviso. Poi la cappella di lui si ...