Saye & Guido. Una storia
Data: 01/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Bastino9
... fra le gambe, il pube era coperto da una curatissima peluria nera che lasciava ben vedere la sottile fessura della vagina con le grandi labbra che coprivano discretamente il clitoride e le piccole labbra. Ebbi un momento di sballo, un arrapamento primordiale ed il cazzo partì per la tangente divenne duro da scoppio; un suo sguardo mi fece quasi vergognare ed il bastone si ammosciò con la stessa velocità con la quale si era indurito; capii che non potevo fare “ Io Tarzan tu Jane”. Lasciai che fosse lei a guidarmi nel suo mondo sessuale. Le mie mani si posarono su i suoi seni, li sfioravo, li toccavo li massaggiavo con delicatezza, seguivo con le dita le sue areole rosa e i suoi capezzoli non ancora turgidi, scivolai lungo i fianchi e le gambe, risalii l’interno della coscia, sfiorai l’inguine, fermai la mano sul pube, senza toccare la sua vagina, percorsi con entrambi gli indici i suoi contorni sfiorando le grandi labbra, che si aprivano al contatto, vidi il prepuzio del suo clitoride irrigidirsi e mostrare il glande, inumidii bene il dito e lo portai sotto il frenulo ; Ah!ahh !!! emise un delicato gemito e portò indietro la testa mettendo in bella mostra il suo collo delicato. La sua bocca era sulla mia, la sua lingua scivolava sulle mie labbra, timida ma ansiosa di entrare , la accolsi risucchiandola, mi sfuggì ed io la inseguii, era lei ora a succhiarmi la lingua con dolcezza, con insistenza, io non opponevo resistenza, mi sembrava che la stesse eradicando ma il piacere ...
... era elevato; ora mi alitava nell’orecchio il suo respiro caldo, mi mordeva, mi eccitavano quei morsettini sui lobi ed anche quando mi morse con forza provai un fremito di piacere che raggiunse la radice del pene facendolo sussultare, lei mi mostro sul suo labbro inferiore una piccola macchia del mio sangue, lo raccolse sulla lingua e si chinò per baciarmi; le mie braccia la tenevano cinturata mentre le gambe si avvolgevano intorno ai suoi fianchi, i suoi capezzoli ora erano sui miei e li sentivo inturgidirsi mentre li faceva girare intorno ai miei. Lei si liberò dei miei abbracci e cominciò a titillare con le dita, con la lingua, con i denti i miei capezzoli e si accaniva su quello più sensibile io mi torcevo e gemevo, gemevo troppo; fu lei a stroncarmi con un morsetto fin troppo deciso: AHI!!! . Ma non ebbi il tempo di pensare al dolore perché lei aveva infilato la sua lingua all’interno del mio ombelico e ci giocava, lo riempiva di saliva e la risucchiava, ci infilava il mignolo e sentivo la sua unghia che scavava in profondità: ero pronto a venire ma seppi resistere lei voleva da me il meglio e l’avrebbe avuto. Lasciai che torturasse il mio povero cazzo. Scese all’inguine e la sua lingua da serpente scivolava sulla pelle depilata per fermarsi allo scroto; la pelle era distesa ed i testicoli bassi, ne prese uno e se lo chiuse nella bocca , c’entrava appena ed io mi contrassi per il dolore ma lei non aveva voglia di farlo uscire, lo leccava per quello che poteva e tentava di ...