1. Abbandonarsi e amarsi


    Data: 02/02/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    La mia vicina di casa era una donna come tante, eppure aveva un congenito portamento, un innato atteggiamento accattivante e per di più seducente, che spesso diventava un�istigazione istintiva e un pungolo involontario almeno nei primi anni. Dopo due traslochi, siamo andati ad abitare in un palazzo di nuova costruzione quando io avevo vent�anni e lei ventinove essendo già una sposina novella. Lei non era della mia città e non avendo amicizie né appoggi né contatti in paese, entrava spesso a casa mia per chiedere qualcosa a mia madre, dal momento che lei l�accoglieva trattandola quasi come se fosse una figlia. In primavera, laddove diventava possibile frequentare i balconi, iniziava il rito stagionale del caff&egrave, una volta da noi e una volta da lei, mentre io facevo in modo di trovarmi all�orario stabilito sul terrazzino per ricevere l�invito. Trascorrevamo una buona mezz�ora assieme e riservavamo quell�appuntamento abitualmente dopo l�ora di cena, dove lo impiegavamo ognuno nel proprio balcone per conversare.I balconi erano vicinissimi, in pratica erano distaccati e separati unicamente da una di quelle piccole vetrate trasparenti che restituivano rifondendo interamente la luce all�interno delle scale. Alcune volte, invero, capitava di proseguire fino a tardi, io, mia madre e lei, però raramente c�era anche suo marito, giacché per ragioni di lavoro lui quasi giornalmente era fuori sede e pertanto appena rientrava andava a letto. I primi anni e la presenza costante e ...
    ... inalterata di mia madre, che in questi momenti non erano a tal punto fastidiosi né scomodi più di tanto, io non avevo l�accortezza né l�adeguata destrezza e nemmeno la furbizia per pensare di provarci, cosicché la mia vicina mi considerava ritenendomi sennonché un ragazzino, malgrado ciò fu meglio così, perché lei non si difendeva né si riparava dai miei sguardi non impensierendosi né preoccupandosi della mia regolare presenza sul balcone, infatti, non era raro beccarla cogliendola in atteggiamenti e in comportamenti naturalissimi, che però producevano in me uno scompiglio e un turbamento interiore non indifferente.Lei era abituata e allenata al ritmo e alla vita della grande città, dal momento che non badava né si curava dell�abbigliamento. Noi abitavamo al quarto piano e di fronte a noi non c�era nessuno, quindi anche se lei s�affacciava con una sottoveste che al minimo alito di vento si sollevava scoprendo così il suo splendido culetto, non s�impensieriva né si preoccupava di nulla. A dire il vero chi poteva vederla, se non una signora che aveva passato e superato gli anni dell�astuzia e della malizia e un ragazzino che non c�era ancora arrivato? Tutto legittimo, naturale e spontaneo dunque, visto che lei era sempre e comunque semplicemente provocante e tentatrice, mentre io ero sempre lì presente a pedinarla e a spiarla con discrezione e con naturalezza. Gli anni però passavano inflessibili e silenziosi, così arrivammo entrambi a varcare i trenta. Ormai i miei genitori erano ...
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