Calabria (1)
Data: 03/02/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: crigio
Qualcuno mi scuote e apro gli occhi per un momento: è mia madre che biascica qualcosa. Un secondo dopo il portone di casa si chiude.
Sono in Calabria, in vacanza per qualche giorno, nel mio letto d’infanzia. L’estate sta per finire, ma qui quest’anno pare voglia prolungarsi oltre l’equinozio, visto il caldo.
Mi riaddormento e mi sveglio dopo chissà quanto tempo. Ho la bocca impastata per l’afa e la sudata notturna: mi alzo, vado in cucina e, a tastoni, cerco un bicchiere e una bottiglia d’acqua.
Con la testa reclinata ad ingoiare, la coda dell’occhio cade sulla veranda dove ci sono un uomo intorno alla quarantina e un ragazzino sui vent’anni. Inghiotto affogandomi, tossisco, mi strizzo gli occhi e chiedo scusa per la mia tenuta striminzita. Indosso solo un parigamba e ho un’evidente erezione mattutina.
Sono gli operai che devono riparare un tubo rotto: mia madre me ne aveva parlato ieri sera. Ecco cosa ha bofonchiato prima di uscire di casa!
Li osservo meglio e noto che l’uomo mi guarda insistentemente, squadrandomi da capo a piedi, mentre il ragazzino continua a srotolare il cavo del martello pneumatico.
Il tipo sarà intorno alla quarantina, truce, con una faccia da gran porco. Chiedo loro se vogliono qualcosa da bere e lui mi risponde: “No, grazie. Tu invece sembri molto assetato”, e la frase pare significare qualcosa di diverso.
“Sì”, rispondo, ammiccando e leccando il bordo del bicchiere. Poi esco all’aperto e mi avvicino al cantiere. Mi chino e ...
... chiedo: “Allora! Qual è il tubo su cui dobbiamo intervenire?”, e lui prima si strizza la patta, poi se la apre, facendo sgusciare fuori una biscia penzolante e succulenta.
“E’ questo!”, mi fa, sbattendoselo a destra e a sinistra. Rapito da cotanta abbondanza, mi inginocchio e lo soppeso con una mano.
Intanto, il ragazzino mi guarda allibito.
“Secondo me non c’è nulla di rotto”, dico, “ma, per sicurezza, diamo lo stesso un’occhiata!”, e me lo infilo in bocca. L’uomo fa un cenno al suo pupillo e quello si alza, si sbottona i jeans e tira fuori il suo cazzetto.
“Controlla anche questo! Potrebbe avere una perdita!”, mi fa, e, mollato il primo tubo, mi avvento sul secondo. Al primo contatto il ragazzino trema, poi ci prende gusto e segue col suo bacino il movimento della mia testa. “Esaminalo bene!... uff!... Potrebbe esserci un buchino impercettibile a prima vista!... Ah… sì… mmmm… proprio quello…”, geme mentre gli lecco il prepuzio e il glande.
Di colpo lo inghiotto completamente e il ragazzino sussulta: “Oh, cazzo! Co… così… uff!... così me lo fai scoppiare sto tubo!”, rantola.
“Vieni a fare scoppiare il mio, ciucciacazzi!”, sbotta l’uomo e mi strappa dalla verga del suo aiutante per strozzarmi con la sua ben più grossa. “Così, dai, controllalo fino in fondo! In ogni punto possono nascondersi delle perdite… ouch!”, mi esorta, mentre la cappella mi arriva in gola e inizio a strizzargliela con la glottide. “Oh sì, che bravo! Quasi quasi ti assumo nella mia ditta!”, ...