Leccami il culo! - 1
Data: 04/02/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
Quando ero uscito di casa, quel pomeriggio mai più avrei immaginato di finire a letto con un manzo di prima scelta e la lingua infilata nel ardente suo buco del culo!
Ero uscito ad una certa ora, stanco di lavorare al computer, col desiderio, di fare due passi e rilassarmi un po’. Ero finito nei giardini pubblici, avevo comprato una rivista all’edicola lì vicino, poi mi ero messo su una panchina libera in un vialetto appartato, ma non troppo, e mi ero seduto a godermi la brezza pomeridiana.
Ogni tanto passava qualcuno, un ragazzo a piedi o in bici, e mi veniva di lanciargli un’occhiata, ma non era niente di interessante e, del resto, non ero uscito con lo scopo di rimorchiare. Alla mia età, cinquant’anni suonati, non era più una cosa che mettessi in conto, di rimorchiare intendo, a meno di non scendere a certi compromessi, che francamente mi ripugnano.
Ma torniamo a noi. Stavo leggiucchiando un articolo abbastanza cretino su non ricordo quale personaggio televisivo colto da un paparazzo in circostanze un po’, come dire?... ‘critiche’, quando sentii lo scalpiccio di passi che si avvicinavano.
Sollevai gli occhi giusto per la curiosità, come avevo fatto in precedenza, e rimasi a dir poco fulminato! Quello che si stava avvicinando era un manzo sui trenta anni, alto circa un metro e ottanta, ben messo fisicamente e un bellissimo volto, la cui virilità era sottolineata dal taglio corto, quasi militaresco, dei capelli castani e da un pizzetto birichino che gli ...
... contornava il mento, incorniciandogli due magiche labbra sensuali.
Indossava una camicia a maniche corte, aperta su un petto glabro ma solido di muscoli, e un paio di jeans abbastanza attillati da mostrare una sostanziosa dotazione inguinale. Chissà perché, mi fece venire in mente un body-guard. Puntai gli occhi su di lui e lo accompagnai con lo sguardo, mentre si avvicinava.
Anche lui mi fissò e il cuore prese a pomparmi nel petto, mentre un senso di freddo mi prendeva alla bocca dello stomaco. Abbassai gli occhi, fingendo di tornare a leggere, ma lo guardai di nuovo, intanto che mi passava davanti, in tempo per cogliere una sua ultima occhiata, prima di andare oltre. Lo seguii con lo sguardo, mentre si allontanava, fissando con cupida libidine il suo carnoso fondoschiena, i cui muscoli guizzavano ad ogni passo, sotto il tessuto azzurrino dei jeans.
Indossa slip sotto, pensai stolidamente, e immaginai il sottile tessuto candido a contatto della pelle, di cui assorbiva gli umori della traspirazione…
A mano a mano che si allontanava, la mia agitazione si placava, sostituita da un vago senso di rimpianto: forse avrei dovuto fare qualcosa per attirare la sua attenzione… Sì, figuriamoci!
Aveva fatto una decina di metri, quando lo vidi fermarsi, indugiare un momento, come se fosse indeciso su cosa fare, e poi voltare la testa a guardarmi. Immediatamente, ebbi l’impulso di abbassare gli occhi e fingere nuovamente di leggere, ma lo repressi e continuai a fissarlo pure io. ...