Mostrarsi
Data: 01/09/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Untruth, Fonte: Annunci69
... poter più tornare indietro, anche se mi si fossero manifestati dei dubbi sull’opportunità di questa visita; puntualmente la cosa scatena un meccanismo per cui mi viene voglia di ripensarci ed uscire. Ma ormai sono già dentro.
“Buongiorno”, mi accoglie con un sorriso la dottoressa, mentre agita le mani sulla scrivania per sistemare delle scartoffie.
“Buongiorno”, le rispondo, e attacco presto a spiegarle la questione per fingere più agevolmente totale serenità.
Nel tempo in cui parlo, noto che è una signora intorno ai 50 anni, che non potrei definire avvenente ma neppure brutta, perché dietro quei grandi occhiali e qualche chilo in più, mi sembra di poter intuire una garbata bellezza giovanile, sfiorita leggermente dal tempo. Ha un naso piccolo, a punta, gli occhi celeste chiaro e le guance piene che le donano un’espressione rassicurante.
“Un dolore all’inguine, quindi”, mi interrompe lei, “ma di preciso dove?”
“In alto sulla destra, all’attaccatura del pene fino al testicolo destro”, le spiego.
“Bene, capisco. Ma lo avverti sempre o di più facendo qualche movimento specifico?”
“E’ più nitido in certi momenti”.
“Ad esempio?”
“Eh quando… quando ho un’erezione”, affermo senza riuscire a celare del tutto imbarazzo e parallelamente curiosità.
Lei mi fa cenno di aver compreso, e senza lasciar trasparire nessuna emozione particolare, si alza, si dirige verso il lettino per abbassare lo schienale e coprirlo con un telo pulito.
Mentre aspetto sue ...
... indicazioni, sento aumentare la mia agitazione, come se ci stessimo avvicinando a grandi passi verso il momento così temuto e così desiderato.
La sistemazione di quello che serve va un po’ per le lunghe, perciò decide di farmi qualche domanda per rompere il ghiaccio, interrompendo il mio flusso di coscienza e riportandomi parzialmente alla realtà: “Hai una ragazza stabile o fai sesso occasionale? Perdonami la domanda ma devo rendermi conto da cosa può dipendere questo piccolo infortunio. Non vorrei che fosse qualcosa di serio”.
Comprendo che sta ragionando sul fatto che sia conseguenza di qualche malattia sessualmente trasmissibile, ma le spiego: “Si, ho una ragazza. Non ho comportamenti a rischio in teoria, anche se poi non si sa mai”, le dico per scherzare.
Lei sblocca il lettino, si volta, ricambia il mio sorriso e mi chiede di stendermi lì sopra senza scarpe.
Eseguo con una punta di nervosismo, giustificabile in parte con la naturale tensione che scatena una visita medica, ed in parte con la potenziale eccitazione che conserva in sé tutta la situazione in corso.
“Bene, vediamo. Fa male qui?”, chiede premendo sull’interno coscia all’altezza del ginocchio.
“No”.
“E qui?”, nel frattempo la sua mano sale tastando il muscolo e applicando una leggera pressione.
“No, neppure”.
“Qui nemmeno?”, domanda scorrendo ancora più in alto.
“No”.
“Piega il ginocchio verso l’esterno. Dolore?”
“No, non direi”.
“Bene”, mi fa: “Escluderei che sia un problema ...