1. Soggiogata 7


    Data: 11/02/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Italy456987

    ... bene.
    
    Fortunatamente Andrea sarebbe rimasto fuori a pranzo, quindi una situazione difficile in meno da gestire, ma poi mi resi conto che rimanere a tu per tu con mio figlio non sarebbe stato facile.
    
    Mi tornava in mente la scena della sera prima e mi immaginavo dall’esterno vista coi suoi occhi: inginocchiata ed oscenamente esposta alla sua vista mentre succhiavo l’uccello (anche se speravo ancora che fosse stata solo una mia impressione e non avesse visto niente)
    
    I dialoghi tra noi furono abbastanza nella norma, ma il suo sguardo mi sembrava diverso, mi pareva che guardasse le mie tette in continuazione (avevo ancora indosso la vestaglina senza mutande), ma forse era solo una mia impressione dovuta al senso di colpa.
    
    Però quando provai un paio di volte mentre portavo la roba in cucina e quindi gli davo le spalle, a girarmi di scatto, lo sorpresi a guardarmi il sedere!!
    
    Comunque gli dissi che dovevo uscire e mi rispose con uno sguardo strano, allora decisi che qualsiasi cosa avessi indossato nel pomeriggio, l’avrei messa in garage, così né lui né Vincenzo avrebbero visto in che condizioni mi sarei conciata.
    
    Presi una gonna nera corta che mi aveva regalato Andrea ma che non avevo mai avuto il coraggio di mettere, e la infilai in borsa; poi mi vestii con una camicetta bianca con reggiseno e mutandine bianche di pizzo (anche quella parure non l’avevo praticamente mai messa), la gonna blu sopra il ginocchio e le scarpe con appena un po’ di tacco, senza calze ...
    ... visto che era estate.
    
    Uscii un’ora prima viste le varie tappe che avrei dovuto fare e scesi un’altra volta tremante le scale di casa dovendo fermarmi nella “stanza delle sevizie”
    
    “buon giorno Vincenzo, le ho riportato le chiavi di riserva”
    
    “buon giorno signora Gianna, c’è qualcosa che deve chiedermi?”
    
    Iniziava il calvario….
    
    “ehm….volevo sapere….se…posso venire a…salutare”
    
    “salutare chi?”
    
    Sogghignò lo stronzo
    
    “io…cioè…il suo….uccello”
    
    “ahh vuole vedere di nuovo il mio cazzo?”
    
    “no…io…cioè…si”
    
    “si decida, lo vuole vedere o no?”
    
    “si…io…..lo voglio vedere”
    
    “bene venga dentro che l’accontento”
    
    Entrai tremante in quella guardiola e lui scendendo dallo sgabello sul quale si appollaiava di solito mi disse:
    
    “ho un po’ da fare e deve passare parecchia gente, ma per non deluderla le permetterò di inginocchiarsi qui sotto e di baciarmelo per una decina di minuti…è contenta?”
    
    Ovviamente la risposta doveva essere una sola ed infatti:
    
    “si….. grazie…”
    
    Mentre mi inginocchiavo nella penombra sotto il piano d’appoggio mi disse:
    
    “faccia tutto lei che sta arrivando gente”
    
    Come un automa gli slacciai la cintura e gli calai le mutande facendo schizzare fuori come una molla quel pisellone strano.
    
    Al riparo dal suo sguardo la cosa mi pareva più facile ed ebbi anche la possibilità di osservarlo con calma.
    
    La cappella era veramente spropositata rispetto al resto che pure era piuttosto massiccio, mi domandavo come avessi potuto accoglierlo nel ...