1. Soggiogata 7


    Data: 11/02/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Italy456987

    ... mio culetto.
    
    Il ricordo di quella penetrazione mentre guardavo l’attrezzo che l’aveva compiuta, mi procurò una fitta al bassoventre.
    
    Aprii la bocca per infilarlo ma rallentai il movimento, raccontando a me stessa che volevo farlo soffrire, ma la cruda verità era che adoravo quel momento, mi faceva impazzire sentire quella cosa calda, vibrante e odorosa entrarmi in bocca; anelavo il contatto della lingua e del palato con la cappella; mi piaceva il cazzo da impazzire era inutile girarci in torno: amavo fare i pompini era bellissimo, Antonio aveva ragione!!! Ero una grandissima zoccola.
    
    Sentii come in lontananza Vincenzo che parlava con qualche condomino mentre me lo infilava di colpo fino in gola oppure me lo toglieva all’improvviso facendomi scattare in avanti per non perdere il ciucciotto che calmava le mie ansie.
    
    Sempre mentre parlava, prese le mie mani che erano avvinghiate a quel nodoso ramo d’ulivo e le poggiò sulle sue palle enormi lasciandole lì finchè istintivamente iniziai a massaggiarle dolcemente mentre suggevo quel randello bollente.
    
    Ormai perlomeno con me stessa avevo smesso di mentire e strusciavo le cosce tra loro in piena eccitazione, facendomi forte del fatto che tanto lui non poteva vederlo.
    
    Sicuramente lo stavo facendo impazzire, ma la realtà, per me devastante, era che io godevo perlomeno come lui a fare quella cosa che fino alla settimana scorsa mi ripugnava.
    
    Il suo orgasmo non mi prese di sorpresa, ormai stavo incominciando a ...
    ... capire come funzionavano gli uomini, e riuscii ad ingoiare tutto fino all’ultima goccia, mentre le mutande che per fortuna avrei dovuto togliere erano completamente inzuppate dalla mia eccitazione.
    
    Mi piaceva anche il sapore forte di quest’uomo che umanamente continuavo a detestare e mentre lo odiavo, ingoiavo il suo sperma con brividi di puro piacere.
    
    Finito il lavoro, come una professionista navigata, lo ripulii coscienziosamente e gli tirai su le mutande e i pantaloni.
    
    “posso andare ora signor Vincenzo?”
    
    “si, è stata molto brava, aspetti che controllo una cosa e poi potrà andare”
    
    Con un movimento improvviso mi mise una mano tra le cosce e, scansando le mutandine, mi infilò due dita dentro la fica completamente bagnata facendomi emettere mio malgrado un lungo e forte gemito.
    
    “come immaginavo…un lago…”
    
    E togliendole da lì me le infilò in bocca.
    
    Io con le guance viola non ebbi altra reazione se non quella di succhiargliele.
    
    “adesso può andare” disse sfilandomi le dita di bocca repentinamente e lasciandomi per un attimo con la bocca socchiusa come chiedendo ancora qualcosa da succhiare, ma poi di scatto mi girai e fuggii via da quella stanza che metteva a nudo sempre di più la parte più perversa del mio essere.
    
    Corsi fuori dove c’era una porticina che riportava giù nei garages senza passare dalle scale; raggiunsi il mio e vi entrai richiudendo il bandone alle mie spalle.
    
    Acesi la luce e, guardandomi ad uno specchio posto sull’anta di un vecchio ...