La mia dolce Prof. di Francese
Data: 13/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Ste284
Sono Stefano, ora ventiseienne, ragazzo biondo, occhi azzurri fisico magro ma ben definito. All’e Avevo 19 anni. Ero un anonimo alunno del liceo linguistico, studiavo tra le altre lingue il francese. Avevo una professoressa di nome Virginie, una ragazza sulla trentina molto carina, magra e sorridente. Bionda anche lei, simpatica occhi chiari e luminosi, solare come persona e abbastanza disinvolta con gli alunni e gli altri insegnanti. D’estate era particolarmente attraente perché portava sempre vestiti molto leggeri, discretamente scollati e scarpe aperte. Si sedeva spesso sulla cattedra, appoggiandosi leggermente con quel suo delizioso culetto asciutto di forma minuta e graziosa. Le sue lezioni erano abbastanza rilassanti poiché non era estremamente severa e nemmeno troppo puntigliosa, anche se spesso e volentieri richiamava la classe all’ordine se gli alunni si mettevano a chiacchierare troppo vivacemente o a giocare col cellulare. Ad ogni modo era molto amata dai suoi alunni e le sue lezioni erano attese con gioia e le frequentavamo molto volentieri. Un giorno di maggio, avevamo come compito per la settimana seguente di comporre un tema in francese che riguardasse la nostra vita quotidiana, magari descrivendo persone o fatti che ci erano recentemente capitati o che comunque erano consueti nelle nostre giornate, sia scolastiche che non. Io nel mio tema sia per fare bella figura sia per lanciare una frecciatina flebile la aggiunsi alla storia. Non dissi nulla di che tranne ...
... qualche accenno alla sua bellezza (ma molto velato) e al suo fisico. Lei era già conscia del fatto che non mi dispiaceva affatto averla davanti a lezione e che la guardavo con occhi ben più interessati del dovuto, e così si lusingò abbastanza delle righe che la descrivevano. Quando fu il momento di consegnarmi il tema arrossì leggermente ma non disse nulla. Mi diede perfino un bel voto. Suonò la campanella della ricreazione, tutti gli alunni si alzarono e si misero come di consueto ad uscire in maniera abbastanza disordinata dall’aula. Io la osservai ancora per un momento mettere via le sue cose nella borsa prima di alzarmi per uscire, quando lei mi fermò chiamandomi. Io mi avvicinai alla cattedra e le chiesi cosa volesse, lei mi disse che il mio tema la aveva molto colpita e che i miei commenti erano molto audaci ma estremamente apprezzati. Mi disse che le sarebbe piaciuto approfondire, e mi invitò a seguirla. Mi portó nella palestra al piano inferiore, che ovviamente era vuota (anche perché erano in corso dei lavori di manutenzione e di rinfresco delle pareti della stanza). Così entrammo, ci chiudemmo la porta alle spalle e lei iniziò a guardarmi molto molto diversamente dal solito, o comunque da come una professoressa generalmente guarda un suo allievo. Io capii subito che era molto eccitata e del resto nemmeno io scherzavo. Mi mise le mani sulle spalle e iniziò a baciarmi sulle guance, e poi i suoi baci si spostarono lentamente sulle mie labbra. Io ero allibito, non mi ...