La mia dolce Prof. di Francese
Data: 13/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Ste284
... pareva vero. Sembrava un sogno. Così ho preso la palla al balzo e iniziai a ricambiare i suoi baci a stampo sulle labbra che in men che non si dica divennero baci alla “fancese” (si ho fatto la battuta). Le nostre lingue danzavano ciascuna nella bocca dell’altro cercandosi, trovandosi, prendendosi, lasciandosi e ricominciando tutto daccapo. Il sapore della sua saliva era meraviglioso, buonissimo, femminile, intenso, coinvolgente. Così tra una slinguazzata e l’altra le nostre mani iniziarono a scendere reciprocamente, cercando zip, bottoni, lacci eccetera. In pochi minuti avevamo entrambi i pantaloni abbassati, eravamo a torso nudo ed eccitatissimi. L’odore dei suoi umori era intensissimo, dolciastro ed estremamente invitante. Sentii l’odore del suo corpo caldissimo, lucente e imperlato di sudore. Era una visione divina e tutte le sensazioni che ne derivavano erano sublimi ed indescrivibili. Nella penombra di quella stanza cos mal ridotta lei spiccava come un angelo bellissimo ed erotico. Una presenza divina e così peccatrice allo stesso tempo. Divina al punto che io caddi in ginocchio e come ad idolatrare una divinità mi misi ad adulare la sua dolcissima vagina grondante di umori squisiti. Era bellissima, assolutamente ben proprorzionata, con delle deliziosissime labbra rosa chiaro e un discreto boschetto incolto biondo scuro. Una delizia per gli occhi e per la lingua. Così iniziai un meticoloso lavoretto di lingua e dita, un connubio fatale che sancì immediatamente un ...
... primo intenso e violento orgasmo da parte di lei. Tremava tutta e aveva delle contrazioni incredibili mentre la mia lingua accarezzava le sue grandi labbra e il suo delizioso clitoride e le mie dita entravano ed uscivano a velocità elevata dalla sua meravigliosa figa. Coordinando queste due forze riuscivo a spremerle ogni grammo di orgasmo possibile. I suoi fluidi che per la maggior parte finivano direttamente nel mio stomaco colavano anche lungo le sue stupende cosce e infine al suolo, trasformando la polvere scura che c’era per terra in una specie di fanghiglia tiepida e densa. Subito dopo la girai, la feci mettere a 90 gradi appoggiata ad una sedia che c’era la vicino coperta da un telo di nylon, e iniziai ad esplorare il suo buchino posteriore con la mia abilissima lingua. Dapprima passandola a mo di bancomat nella dìfessura tra le chiappe, anche se non fu una cosa particolarmente gradevole perché la si era accumulato del sudore e quindi fu un’esperienza abbastanza salata, tuttavia la cosa si fece più interessante quando la mia lingua andò ad insinuarsi all’imboccatura del suo ano. A differenza della sua vagina stretta e dalle dimensioni minute, il suo “buchino” più che “ino” era “ONE”… ora non so se per stitichezza o per piacere, ma comunque era abbastanza slabbrato e discretamente dilatato. Come se avesse un leggero prolasso anale, ma comunque roseo e abbastanza pulito, anche se l’odore non era dei migliori (scusandola ovviamente di quest’ultimo dettaglio perché non poteva ...