La Dottoressa Angela - il Ladruncolo
Data: 15/02/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Angela Kavinsky
... scarpe!» «Sono sempre state sotto la panca!» disse Antonietta. «Assolutamente no!» replicai. «Me ne ricorderei… E poi prima ho controllato sotto la panca!» Antonietta piegò la scarpetta che aveva tra le mani, osservandola da ogni angolazione come fosse un oggetto trovato su una scena del crimine, fino a quando una goccia di liquido oleoso le cadde sulla coscia. «ma che cazzo… Oh merda!». Guardai all’interno della scarpa tra le mie mani. Vi erano delle macchie di un liquido denso e trasparente. Nel frattempo Antonietta con un dito raccolse dalla coscia la goccia del liquido. Si portò il dito alle narici. «Ti hanno sborrato nelle scarpe!» disse con volgarità e con gli occhi sbarrati. Il suo sguardo alienato stava per tramutarsi in una violenta risata. «Ti hanno…mmh… sborrato nelle…mmh…HAHAHA! Non ci posso credere!» Le strappai dalla mano la mia inglesina taglia 37. Entrambe avevano quel liquido denso all’interno. Ne avvicinai una al mio naso. Antonietta aveva ragione, era sperma. «LO TROVI DIVERTENTE? Beh scusa tanto se non rido. Aldilà del fatto che ho un paio di scarpe da 200 euro piene di sperma, c’è un maniaco che si diverte non solo a rubarmi i calzini, non solo a rubarmi le scarpe, ma anche a farmele ritrovare piene del suo sperma! Io chiamo la polizia!» «Scusa Angela… Hai ragione c’è davvero da avere paura! Ma prima di chiamare la polizia, non sarebbe meglio parlare con quelli che lavorano qui?» Antonietta aveva ragione. Forse c’erano delle telecamere. Molto improbabile ...
... all’interno dello spogliatoio delle femmine, ma magari appena fuori dallo stesso. ......... BAM, una ginocchiata dritta tra le cosce, mentre il poverino se ne stava piegato in ginocchio, con i lacrimoni agli occhi. Antonietta lo teneva per le braccia da dietro, e io ero libera di fargli tutto ciò che volevo. Avrebbe sofferto, questo era poco ma sicuro. So cosa state pensando: «Angela hai saltato un paragrafo, o forse hai avuto un black-out». No tranquilli. Una volta raggiunta la reception, un giovanotto di 25 anni, probabilmente personal trainer, alto, fisico scolpito e asciutto, capelli neri come la pece e viso da bello e dannato, cercò di tenermi buona, nonostante fossi visibilmente adirata. Gli mostrai con non poca vergogna le scarpe ripiene di sperma, facendogli notare che non avrei potuto combinare io quello schifo (cosa piuttosto ovvia non trovate?). Gli chiesi se la palestra fosse fornita di telecamere… Le sue risposte furono elusive: niente telecamere e gli oggetti incustoditi non sono responsabilità della palestra. Cercai di fargli capire che ero sicura di averle messe nell’armadietto, ma a lui non interessò. Lo minacciai di chiamare la polizia e la sua risposta fu: «faccia pure, è un suo diritto». Due cose in quel ragazzo mi fecero subito sospettare di lui. In primis il fatto che le mie scarpe piene di sperma non lo disgustassero nemmeno un pochino (dovete ammettere che è una cosa piuttosto strana) e, soprattutto, quando fece un passo indietro rispetto al bancone, ...