La Dottoressa Angela - il Ladruncolo
Data: 15/02/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Angela Kavinsky
... notai una vistosa macchia biancastra all’altezza del suo membro. Lo stronzo si era masturbato e si era sporcato i pantaloni; se lo avesse fatto a casa sua, avrebbe potuto indossare un paio di pantaloni puliti; segno che si era masturbato da poco, in palestra. Superammo il bancone e lo spingemmo verso la stanza dietro alla reception, una specie di salottino adibito a stanza relax (fortunatamente senza nessuno al suo interno, altrimenti avrebbero anche potuto denunciarci), con un minuscolo divano e due distributori automatici di bibite e merendine. La cosa strana è che se avesse voluto fermarci, data la sua stazza fisica, avrebbe potuto tranquillamente farlo. Forse voleva che lo prendessi a calci. «ALLORA? TI DIVERTI?» Soffriva, ma non voleva arrendersi. «PERCHÉ NON CONFESSI?» chiesi mentre continuavo a calciare il suo pacco. Un calcio, poi un altro, poi un altro ancora. Tossiva come un forsennato; sembrava davvero senza fiato. Ero convinta che sarebbe svenuto se gli avessi rifilato un altro calcio, eppure non mi fermai. Il mio piede partì a fionda, con la punta della mia Nike destra pronta a frantumargli i testicoli. Sentii il mio piede raggiungere la destinazione, mentre il suo volto sembrava il ritratto della sofferenza. Tutto d’un tratto, mentre il mio piede riduceva il suo membro a poltiglia, si liberò dalla morsa di Antonietta e agguantò con una mano la mia caviglia, con l’altra il mio polpaccio affusolato. Iniziò a baciarmi con la lingua il ginocchio e io rimasi ...
... impietrita su una gamba, come uno di quei buffi uccelli con le gambe lunghe e sottili. Tolse la mano dalla mia caviglia, mi sfilò la Nike e il calzino di cotone, poi tirò fuori dai pantaloni il suo pene completamente eretto, lungo almeno 20 centimetri, e lo appoggiò sul mio piede nudo. Rimasi basita. Sentivo il suo pene durissimo sbattere come un randello sul dorso del mio piede destro, mentre la sua lingua definiva la rotondità della mia rotula. La vista di quel randello che sbatteva sul mio piede mi fece eccitare, e fu così che mi infilai la mano nelle mutande. Nemmeno avevo notato che Antonietta si era rimessa in piedi e ci stava osservando. «Io… io… io me ne vado…». Era così imbarazzata poverina. La guardai e feci di sì con la testa. «Ci vediamo la settimana prossima» le dissi con il sorriso sulle labbra. Ero abbastanza convinta che fosse un po’ eccitata, ma probabilmente più che altro confusa. Ero passata dalla rabbia alla masturbazione nel giro di pochi secondi. Io sono fatta così. Si coprì gli occhi, raccolse la sua borsa e uscì dalla stanza. La salutai, ma lei non rispose al saluto. Probabilmente non l’avrei più rivista; probabilmente dal giorno successivo avrebbe cambiato palestra. Era simpatica Antonietta, ma troppo puritana per i miei gusti. Quando se ne fu andata, mi tolsi i pantaloni da yoga e le mutandine, mi inginocchiai sul divanetto e gli ordinai di avvicinarsi a me. Sentii prima il suo naso, poi la sua lingua entrarmi nel culo. La lingua era come una frusta. ...