1. Übermensch


    Data: 18/02/2018, Categorie: pulp, Autore: Semiramis

    ... Eduardo e a baciargli il solco della schiena. -Questa non è la mia parte, io dovrei recitare quella del buon padre che si dedica anima e corpo alla famiglia, anzi, dovrei farmela la famiglia… quando tornerò a casa lei mi dirà che vuole un bambino-. Lia, così la chiamavano tutti per via del suo breve cognome, continuava a solleticarlo infrangendo le regole che gli erano state appena dettate. Dicevano fosse pazza o per lo meno era quello che aveva pensato preti e psicologi che dopo vari tentativi di benedizioni e psicoterapie avevano sancito che non fosse possibile che una bambina della sua età si comportasse in quel modo. L’ennesimo morso alla schiena del suo professore e poi le mani lisce afferrarono il membro di lui con automatica dedizione. –Fai sempre così, ora mi tocca scoparti di nuovo- reagì Edu. -Oh bene, mmh, finalmente sei un pessimo attore. Non ti si addice la parte del pater familias disperato per la relazione adultera con la sua studentessa disinibita- Edu la afferrò per i fianchi girandosi di scatto e fissandola con i suoi grandi occhi coperti dalla montatura tonda, lei d’istinto gli saltò tra le braccia avvinghiandosi a lui e strusciandogli la sua liscia fica sul ventre. -Cosa c’è professore, dai diglielo pure alla tua adorata mogliettina che ti piace depilata o col triangolino quando torni a casa, oh… ma cosa sento qui, ti scriverò una bella poesia, lo userò per una mia personale epigrafe. Ci scrivo che è mio questo cazzo?- -Non essere banale Lia, ti ho ...
    ... insegnato che non devi essere così banale. La banalità mi aveva ucciso e tu mi hai fatto rinascere, dolce puttanella- -Edu non trovi che sia banale chiamarmi puttanella?- -Oh ma lo è… sicuramento meno banale, però, di “amore mio, sono tornato dal convegno”- Edu le cinse i fianchi con le mani e la portò a sé facendole sentire sulla pancia il calore del suo membro vibrante, scostò tutti i fogli dalla scrivania e le adagiò il corpo sul legno freddo. Lia contrasse la schiena e il professore iniziò a baciarle il seno, le portò due dita alla bocca e la guardava mentre succhiava avidamente. -Così Lia, amore mio, fallo piano…goditi il sapore delle mie mani. So quanto ti piace- Lia lo ascoltava, da brava allieva. Edu le rigò il corpo, affondando dentro di lei le dita. Scese a leccarle il ciuffo di peli sul suo monte di Venere, poi l’inguine. Infine le prese tra le labbra il clitoride. -Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane Su continua tu, altrimenti non posso leccartela- - ma o…odo parole p…più nuove che paaah…arlano gocciole e foglie lontane.- Edu le sorrise e le affondò la lingua nell’intimo, facendola sussultare. Le mordicchiava il clitoride e lei le metteva le mani tra i folti capelli bruni per spingerlo ancora più dentro di lei. Il professore le afferrò la nuca invitandola a girarsi e la spinse col busto sulla scrivania. -È freddo, qui, riscaldami…- Edu le manteneva la nuca e prese a scoparla mantenendola piegata sulla scrivania. I suoi fianchi battevano sui glutei ...