1. Fine o Inizio 3


    Data: 27/02/2018, Categorie: Sentimentali Autore: Alone, Fonte: EroticiRacconti

    ... fermò con un SHHHHHHT, più forte ma sempre delicato. Mi disse che in quei due mesi, ogni volta che andava a ballare, il maestro faceva in modo che stessero soli per riprovarci, per finire quello che era interrotto,ma che lei non acconsentì mai. Mi disse che quando aveva visto Erica ballare con me, era piena di gelosia, che ci aveva guardato tutto il tempo e che quando mi aveva baciato, se non fosse stato per il maestro, si sarebbe scaraventata su di lei per picchiarla. Mi disse che se fossi andato con quella prostituta, per lei sarebbe stato poi più facile , sarebbe stato un perdono reciproco, ma che sotto sotto, era felice, perché ci sarebbe stata troppo male. Mi disse che lei, al posto mio, mi avrebbe già lasciato. A questo punto mi chiese “ Dimmi, secondo te è più forte uno che perdona o uno che se ne va? “ Già, è più forte uno che perdona per il fatto di essere stato tradito o uno che se ne va via e non da nessuna altra possibilità? E’ più forte uno che sopporta un tradimento occasionale, anche se fosse di pubblico dominio di fronte ad un pentimento o uno che abbandona per un atto di lesa maestà? E’ più forte uno che lascia da parte l’ orgoglio e l’ essere il maschio ALPHA e perdona o uno che non accetta gli sbagli, ma si assolve per i propri? E’ più forte uno che si confronta o uno che sentenzia e non accetta repliche? Mi guardai dentro e mi accorsi che probabilmente ero un essere debole, perché la risposta era già scritta. Ma l’orgoglio combatteva ancora, non era ...
    ... ancora vinto. Asia si sedette vicino a me. Ci guardammo negli occhi e di colpo ci baciammo, a lungo, lentamente , le nostre lingue si cercavano ma piano piano, quasi un ritrovarsi, un riscoprirsi. Mi alzai in piedi, lei mi slacciò la cintura e mi abbassò i pantaloni ed i boxer, prese in mio membro e se lo mise in bocca, io, in un impeto di rabbia lo spinsi di colpo tutto in fondo, sentivo che soffocava, che le faceva male, ma non si spostò di un millimetro. Mi fermai di colpo, quello non ero io, non potevo essere così. Avevo sempre cercato la dolcezza, la complicità, ma quello che le stavo facendo non faceva parte di nulla di tutto questo. Quello, era il mio orgoglio che la voleva punire, non era un gioco d’amore, c’era risentimento e niente d’altro. Mi tolsi, e lei tossì. Io piansi, era un pianto liberatorio, le lacrime uscivano dai miei occhi e lei, con le labbra, le asciugò tutte, ad una ad una. Poi mi prese, si distese e infilò il mio membro dentro di lei, io non mi muovevo, ero come paralizzato, scuotevo la testa per togliermi dagli occhi la visione di loro due. Era ancora li e non voleva andarsene, mi irrideva, mi diceva che ero un debole, un perdente. Lei capì, mi abbracciò forte e mi disse “ non fa niente, riproveremo, riproveremo e riproveremo ancora, e alla fine ce la faremo “ Ci spostammo nella nostra camera ed io mi sedetti sul nostro letto. Lei rimase nuda, accovacciata lì, di fianco a me. Stavolta era lei che spettava, sembrava una schiava in attesa del suo Signore e ...