Amid dell'autolavaggio
Data: 28/02/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chupar
Porca miseria. Mio padre era sempre stato fissato per l’auto. Ve bene, lo sapevo…ma come potevo prevedere di macchiare i sedili dopo che avevo fatto sesso con mio cognato? Di solito stavamo attenti e, pensavo, che il preservativo fosse una garanzia da questo punto di vista. Invece, no. Forse nel levarlo alcune gocce gli erano cadute.
Mi svegliai presto. Non avevo dormito bene perché il mio sonno era stato disturbato dal pensiero che il pomeriggio i miei sarebbero rientrati e mio padre mi avrebbe rotto le scatole per il sedile. Dopo essermi denudato, mi depilai e per non fare attrito sulla pelle, dopo essermi oliato, misi solo dei pantaloncini da corsa e una t-shirt. Completai il quadro con delle semplici calze di spugna e scarpe da ginnastica.
Arrivai all’autolavaggio. Il tipo che ci lavorava si chiamava Amid, un marocchino che lavorava lì e a cui mio padre affidava sempre la sua preziosa auto. Era un tipo di circa venticinque, poco più alto di me e asciutto nel fisico. Indossava un pantalone da lavoro con elastico in vita, una maglietta sudicia e dei sandali ai piedi. Lo trovai dietro un’auto con la pompa dell’acqua in azione e con il getto del suo piscio che, scorrendo in parallelo dal suo uccello circonciso, finiva con l’acqua sporca nel tombino.
Il pene era lievemente curvato in avanti, in sostanza era barzotto, ma lui non pareva esserne imbarazzato.
Lo salutai abbassando lo sguardo e, lui, sorridendo tranquillamente, mi mostrò l’uccello pesante, come a dire: ...
... “Amico…un attimo che finisco e arrivo!”
Nel farlo, la sua maglietta si alzò tanto da fare notare un addome piatto e definito con un accenno di peluria nerissima che dall'ombelico scendeva fin giù nell’elastico dei boxer. Era indubbiamente un bel ragazzo e pure ben messo.
Finì di pisciare, si sgullò il cazzo e se lo rimise nel pantalone, sistemandosi il pacco con un gesto della mano libera. Un brivido mi percorse la schiena e un gemito involontario mi uscì istintivamente dalle labbra.
Chiuse l’acqua e arrivò da me, quando i miei ormoni erano ormai in subbuglio e una semierezione premeva nei pantaloncini. Per nasconderla, istintivamente mi abbassai per mostrargli le macchie. Quando lo guardai, sfuggevolmente ebbi l'impressione che aveva appena distolto lo sguardo dal mio culo. I pantaloncini che indossavo, infatti, rivelavano ormai che non avevo niente sotto, lasciando uscire l’estremità della mia erezione e parte del mio culo glabro. Cercai di rimettere tutto a posto, ma non seppi che fare o dire per giustificarmi. Imbarazzato e abbassando un po’ la voce riuscii solo a dire: "Sotto non ho le mutande; d'estate non le porto quasi mai.”
- “Beh, certo che d'estate è più comodo, ma io ce l’ho troppo grosso per non mettere niente…" – sghignazzò, confrontando la mia dotazione alla sua.
Mi sentii comunque morire di vergogna: “ Comunque, ti prego di non dire nulla a mio padre….delle macchie di zucchero, intendo…”
Amid mi guardò fisso, senza fiatare. Poi si avvicinò al ...