Primi turbamenti: Giovanni mi porta a pomiciare nel bosco
Data: 04/10/2022,
Categorie:
Trans
Tue Racconti
Autore: Evablu, Fonte: RaccontiErotici-Club
... giorno, una delle mie solite magliettine bianche che lasciavano trasparire le mie forme generose, non so se i capezzoli mi si inturgidirono a quelle sue parole decise o se non li avessi già duri e riti col solo camminargli accanto.
"Dovresti portare il reggiseno - disse iniziando a massaggiarmeli con i polpastrelli di indice e pollice chiusi a dolce tenaglia - hai più minne di molte nostre compagne".
Mi colpì dritto nell'oscurità del desiderio più nascosto ma mi ritrassi istintivamente, feci un passo indietro e andai a chiudermi tra un cespuglio di rovi e una roccia. Lui avanzò con decisione, riprese il palpeggiamento, stavolta con le mani aperte: toccò come se fosse stato il padrone assoluto, il mio piccolo seno reagì in automatico, i capezzoli disegnarono una forma scura e larga sulla maglietta.
"No, Giovanni, ti prego, no...".
"I capezzoli non ti stanno più dentro - rispose lui - tiriamoli fuori", e senza dire altro mi sollevò la maglietta, alzandomela al livello del collo e scoprendomi le minne, come le chiamava lui.
"Oh, cazzo, ma sono più grosse dell'altro giorno", e fu la frase che - non so perché - mi sciolse definitivamente. Si accostò a me, mi palpò liberamente, io non mi opponevo più, "ti piace, femminuccia - insisté - perché tu sei una bella femminuccia, vero?", e continuò a tastare e a pizzicare i capezzoli, poi ci mise la bocca, prima la lingua, una puntina sulla punta del capezzolo, poi mordicchiò e si infilò tra le labbra e la lingua l'areola e una ...
... parte del morbido seno. Mi stringeva a sé, tenendomi per la schiena e facendo scivolare la mano lungo il sedere, tentò di violare la cintura e di infilarsi sulla carne nuda e fremente, "no, Giovanni, no", ma notavo che ogni mia opposizione, ogni mia inibizione da far cadere lo scatenava di più, trovò una strada e sentii la sua mano fra i glutei nudi, ormai cercare di frenarlo era inutile, mi era venuto duro e lui se ne accorse, standomi attaccato non poteva non rendersene conto, "ti piace, signorina", constatò orgoglioso mettendoci la mano libera sopra e mi spinse a fare altrettanto con il suo coso, "l'altra volta il mio cazzo ti era piaciuto, troietta", e io, messaci una mano sopra, stavolta non mollai più la presa, lo impugnai sentendo il contorno rigido e grosso attraverso il jeans, "cazzo, ma lo hai proprio enorme... e ti diventa così grosso per me?", ansimai schiacciando la mia fronte sui suoi capelli rosso vivo.
La scena che vidi sotto di me, nella strettissima intercapedine lasciata dai nostri corpi appiccicati, fu irresistibile: la sua testa incollata alle mie tettine, la bocca che succhiava avida e vogliosa, la sensazione paradisiaca che la sua lingua restituiva al mio corpo attraverso i capezzoli e il tocco - lieve ma deciso - della sua mano infilata nel mio culo nudo, l'altra mano che lavorava esperta sul mio cosino durissimo e al tempo stesso la mia mano che lo masturbava delicatamente ma con energia. Non pensai più niente, ci poteva vedere qualcuno ma non mi ...