Oltre le apparenze
Data: 18/03/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Zindo
... sedevano allo stesso tavolo all'interno del ristorante. Lavoravano per due ditte diverse ma facevano spesso gli stesi percorsi per questo si conoscevano da diverso tempo. Si erano incontrati la prima volta su una piazzola di sosta autostradale. Quando uno era arrivato con il proprio automezzo aveva visto l'altro uscire da dietro un cespuglio di arbusti vari, tirandosi su la lampo della patta mentre camminava. Gesto che avrebbe potuto essere considerato normale perché chissà quanti sostavano anche per pisciare. Però subito dietro di lui, dalla stessa siepe era spuntato un tipo mingherlino, con una espressione da persona felicissima, e con movenze molto femminee aveva raggiunto la vettura ferma davanti al camion già sul piazzale. Vi era salito dopo aver fatto un gesto di saluto con un ciao molto teatrale al camionista che era uscito dalla siepe e rivolto uno sguardo ammiccante a quello che scendeva dal camion in arrivo.
Il mingherlino era rimasto in macchina, tenendo la portiera aperta.
I due camionisti si erano guardati e poi il neo arrivato aveva chiesto “Ma che è un frocio quello?”. L'altro aveva risposto con un gran sorriso. Nessuna parola avrebbe potuto dare una conferma più eloquente.
Quello arrivato da poco lo aveva guardato fisso negli occhi, come stupito, come a voler chiedere “E tu sei stato con lui? Sei anche tu di quella specie?”.
La risposta non era stata gestuale ma chiara “Se ti interessa vai, fatti avanti, ti assicuro che fa pompini ...
... favolosi”.
L'altro aveva verificato e constatato che era vero. Così erano diventati amici, nel senso che quando capitava di incontrasi, durante i loro viaggi di lavoro, si salutavano e spesso si fermavano a scambiare qualche parola. Erano convinti comunque di essere entrambi eterosessuali perché secondo loro “le bocche” che sanno fare pompini sono “le” bocche, ovvero del genere femminile. Con un articolo mettevano al riparo la loro virilità.
Questa volta si erano incontrati dopo parecchio tempo, a qualche decina di chilometri dall'area di servizio e ristoro, si erano salutati e dati appuntamento per pranzare insieme nell'unico ristorante dei paraggi, quello di Villalto.
Stavano pranzando e raccontandosi molte cose sia in tema del loro lavoro che di amenità varie. Venivano però spesso distratti dai modi davvero incivili con cui il gestore del ristorante (almeno questo sembrava essere) trattava il ragazzo che serviva ai tavoli. Ragazzo per modo di dire: aveva circa trent'anni.
Non erano i soli ad essere sorpresi dalla villania e brutalità del grosso e grasso e maturo Alfonso che non muoveva le chiappe dallo sgabello dietro la cassa ma sbraitava in continuazione contro il giovane cameriere Martino.
Costui correva in continuazione da un tavolo all'altro, dalla sala da pranzo alla cucina, prendeva gli ordini, serviva le bevande e le pietanze, sparecchiava i tavoli lasciati dai clienti che avevano già consumato e li apparecchiava di nuovo, senza un attimo di tregua.
Il ciccione ...