Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... giovane avrebbe accettato di adeguarsi alle logiche spartitorie, accogliendo ordini di scuderia sotto forma di “suggerimenti”, si erano preoccupati quando avevano capito che così non sarebbe stato. Il Roby, ignorando i soggetti “proposti” per mansioni di rilievo nell’amministrazione, aveva manifestato il suo primo atto d’indipendenza intellettuale nominando persone di sua fiducia agli assessorati del bilancio, dell’urbanistica e dei lavori pubblici. Aveva poi rotto le uova nel paniere a individui che speravano in qualche maneggio urbanistico e remato controcorrente nel fiume di “parentopoli” rigettando la “richiesta” di un barone di partito che intendeva “sistemare” la figlia, già impiegata presso un’azienda privata, in un ufficio municipale per renderle più retribuito e sicuro il lavoro. Alla “raccomandata” aveva preferito una ragazza madre laureata, che sbarcava il lunario facendo le pulizie domestiche, in attesa di un’occupazione migliore. Infine il coordinamento politico vincitore era caduto nella costernazione quando Marchetti aveva convinto parte dei consiglieri di minoranza a votare importatati deliberazioni assieme alla maggioranza. In altre parole si era andata creando una sorta consorteria trasversale che, per i conquistatori, non era più rappresentativa delle loro direttive politiche e, per perdenti, riduceva l’importanza e il ruolo dell’opposizione. Insomma le due fazioni avevano finito per ritrovarsi alleate nel rivendicare il ruolo a loro scippato da uno ...
... sbarbatello. Siccome era più facile rompere una pigna verde, colpendola con una pagina di giornale, che sconfiggere il sistema, i “conquistatori” erano passati al contrattacco. Dapprima avevano tacciato il sindaco di faziosità, poi sparso la voce di una sua tresca con la ragazza madre assunta in municipio. Sgonfiatasi tale malignità, avevano fatto ricorso all’ostracismo. In altre parole il Roby non era invitato a convegni e seminari che servivano a rimanere collegati con il quotidiano divenire, ma lui non mollava. Dopo il primo anno di mandato, convintisi della sua refrattarietà ad adeguarsi alle secolari maniere, i “conquistatori” avevano adottato il metodo della carota che consisteva in promesse d’avanzamento nelle cariche amministrative. Fallito anche quel tentativo, erano passati al sistema dei favori a questo o quel consigliere comunale, oliando lo sfuggente reticolo degli interessi privati. Così il Roby aveva cominciato a perdere carisma, tanto da essere stato costretto a rimandare alcune sedute del consiglio comunale per mancanza di numero legale, o aveva subito lo smacco della bocciatura d’importanti deliberazioni. Le cose andavano meglio in giunta ma quella era ormai una cittadella assediata. Per di più le malelingue, sguinzagliate da entrambe le fazioni, andavano spargendo, per la città, la voce che Marchetti si stava rivelando inetto, manco buono a convocare un consiglio comunale e che meglio figura avrebbe fatto se si fosse dimesso. Per il Roby la vita di primo cittadino ...