1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... RIO MAESTRO Il professor Livio Livi, presidente provinciale della FNEI e Francesca Guadagni, portavoce del circolo “GREEN PLANET”, annunciano la costituzione di un comitato contro la costruzione di una diga in Valcorniola sul torrente Rio Maestro. Portavoce è stato eletto l’ingegner Fabrizio Ridolfi, noto per le sue battaglie ecologiste. Ridolfi annuncia che il comitato sta redigendo un ricorso da inviare agli enti competenti e che parlamentari appartenenti a maggioranza e opposizione, presenteranno interrogazioni a Camera e Senato. “Se fosse necessario”, dichiara Ridolfi “ci appelleremo anche al Presidente della Repubblica e al Parlamento europeo pur di impedire la realizzazione di un progetto che distruggerebbe un ecosistema biologicamente integro e da salvaguardare istituendo un parco naturale protetto.” Gli ecologisti organizzeranno una manifestazione con raccolta di firme nei pressi dell’Amministrazione Provinciale, durante la quale sarà tenuta una conferenza stampa e radio televisiva.” Il sindaco di Sanfabiano Era il contenuto dell’articolo pubblicato nella terza pagina del Corriere della Provincia e che Roberto Marchetti, sindaco di Sanfabiano aveva letto prima che lo avvertissero dell’arrivo della delegazione ecologista. Il primo cittadino, un giovane sulla trenta cinquina, si sentiva impreparato perché, pur strano che sembrasse, (ma non per chi conoscesse quanto fossero pachidermici gli scambi informativi tra gli enti pubblici), della questione “diga” ne sapeva ...
    ... ben poco. Eletto da due anni, erano ancora molti i problemi che gli volavano sopra il capo, nonostante il suo impegno di acquisire esperienza. Laureato in Scienze della Comunicazione, era apprezzato dai concittadini per l’intelligenza viva e il carattere cordiale. Brillante nella conversazione si era costruito un’immagine di persona avulsa dal mondo dei politicanti. A Sanfabiano una delle due fazioni in lizza aveva deciso di affrontare le elezioni comunali sostenendo la necessità di rimpiazzare la vecchia guardia con uomini giovani, svincolati dalle logiche dei partiti e capaci di imprimere una ventata di rinnovamento. Facendo leva sull’ambizione che albergava in tutti, e usando come “arma” la sua reputazione di persona estranea al politichese, la fazione di minoranza aveva strappato il comune a quell’avversa convincendo Marchetti ad accettare la candidatura di sindaco. Il Roby, come lo chiamavano a Sanfabiano, si era rivelato un asso pigliatutto perché aveva ottenuto consensi non solo tra quei cittadini che dei politicanti erano stufi, bensì tra la gente tradizionalmente schierata dall’altra parte. Quella volta, nemmeno c’era stato bisogno del ballottaggio perché Marchetti aveva sconfitto l’avversario al primo turno con il settantuno per cento dei consensi, un vero plebiscito. Esultanza, onori e cenone per il neo eletto sindaco. Accantonati gli intenti innovatori, i conquistatori erano tornati ai dettami della politica, vecchia maniera, dei postulanti. Certi che l’inesperto ...
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