Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... nonni paterni, acquistò la loro casa. In seguito, io ero ancora piccola, unirono i locali ricavandone un ampio appartamento. Così i miei tre nonnini me li sono goduti sotto lo stesso tetto per tutta l’adolescenza.» «Tuo padre faticò ad ambientarsi?» «Affatto e fu una sorpresa per tutti. All’inizio mio nonno lo aiutò a trovare un’occupazione presso una scuola serale per studenti lavoratori e durante il giorno stava in negozio a svolgere lavoretti ma senza che nessuno lo forzasse. Siccome la parlantina non gli mancava, cominciò a contrattare con i rappresentanti. Mio nonno, accortosi che ci sapeva fare, gli diede fiducia consegnandogli l’amministrazione dell’azienda, e quando mio padre gli propose di acquistare un furgone per rifornirsi di grossi quantitativi di merce, seguì il suo consiglio. In quel modo riuscivano a vendere a prezzi competitivi e qualora ce n’era bisogno, mio padre aiutava pure al banco. Insomma, tra scuola e negozio lavorava dodici o tredici ore il giorno. Mio nonno, vedendo che si stava appassionando a un lavoro che mai avrebbe pensato gli sarebbe piaciuto, accettò la sua proposta di ampliare il negozio e assumere un paio di commesse. Così mio padre cessò di fare l’insegnante per dedicarsi unicamente al commercio. In seguito il negozio fu ancora ampliato utilizzando un ex deposito di pneumatici. Tutti gli articoli furono sistemati decorosamente, fu assunto altro personale e realizzato settori di vendita distinti. Nella nuova insegna ci fecero scrivere ...
... EMPORIO CIEFFE, iniziali dei cognomi di mio padre e mia madre. Io e mia sorella siamo andate a dare manforte, dopo esserci diplomate. Questo, Mauro, è il pezzo di storia più importante della mia famiglia. Così da quell’irriducibile contestatore qual era, mio padre si ritrovò a essere imprenditore con tanto di dipendenti, compresa Morena Valdes l’ultima assunta, un’extracomunitaria peruviana.» Silvia trasse un sospiro. «Mauro ci sono momenti in cui mi sento grottesca.» «Ora non ti capisco. Sei bella e sana, hai una famiglia unita, agiata, un capitale.» «Se penso alla mia azienda come un’attività che contribuisce a sperperare le risorse del mondo mi sento ipocrita. Mi sforzo di rimanere vegetariana ma la fetta di spalla che tuo padre mi voleva offrire l’avrei mangiata con gli occhi. Solo facendomi tornare alla mente Cico sono risuscita a resistere. Faccio l’ecologista, da una parte lotto per salvare la tua bella Valcorniola e dall’altra contribuisco a sostenere quel sistema che la vorrebbe sommergere.» «Che stai dicendo Silvia!» «La verità! Non dobbiamo vendere, vendere e continuare a vendere con la formula del “più ne compri più li sconti”. Tu, almeno, hai la fortuna di fare un lavoro che recupera e ridona bellezza alle cose senza consumare.» «Anche noi facciamo parte del sistema consumistico. Abbiamo computers, cellulari, tutti gli elettrodomestici immaginabili, due automobili e un furgone. E poi, Silvia, il mio mestiere non è ecologico come immagini. È vero che non utilizziamo ...