Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... geloso patologico. Il migliore dei tre era sicuramente il bisex perché è almeno stato sincero confessandomelo subito. Ho una sfortuna in certe cose. Scusami Silvia, Ho da fare una telefonata. Tra cinque minuti vengo a darti una mano.» Nell’osservare l’amica, Silvia avvertì il desiderio di telefonare a Mauro. Compose il numero ma trovò occupato. Vide Valeria Livi approssimarsi al banco. «Silvia, sto organizzando una gita al parco del Gran Sasso. Partiamo un sabato mattina e torniamo domenica sera: pernottamento in albergo a tre stelle e cucina locale. Sei dei nostri?» «Mi piacerebbe ma non posso.» Notandole conversare, Arturo s’intrufolò sgocciolando curiosità. «Che cosa bolle donne?» «Organizzo una gita al parco del Gran Sasso. Vuoi venire Arturo?» «No, grazie, Valeria.» «Che risposta stringata! Arturo non è da te essere così conciso.» «Valeria», sermoneggiò lui «queste gite sono deleterie per l’ambiente perché interferiscono sul normale ciclo della natura e provocano una devastante tensione antropica su flora e fauna. Un’ecologista impegnata come sei tu dovrebbe saperlo che i parchi naturali fruibili per la gente sono una scemenza della quale i politici si riempiono la bocca per fare intendere di essere interessati al turismo eco-compatibile.» «È l’unico modo per osservare la natura dal vero. Non possiamo accontentarci di vederla nei documentari televisivi», obbiettò Valeria. Il Bizza fece un gesto di biasimo e replicò: «Il sottoscritto ha cessato di guardare pure quelli. ...
... Non fanno altro che proporti filmati di bestie che ne mangiano altre.» «È naturale che accadano certe cose», ribatté Valeria. «In natura prevale il progetto complessivo e la vita d’ogni singolo individuo non ha alcun valore perciò i tuoi discorsi, Arturo, non hanno né babbo, né mamma.» «Accipicchia che frase ridondante e l’hai pure rifinita con un proverbio nostrano. Hai frequentato qualche corso serale d’etologia?» La Livi mal sopportò quella battuta e reagì in modo brusco. «Invece la tua è stata di un’ironia maliziosa. In ogni caso è educativo pure che facciano vedere la cruda realtà della lotta per la sopravvivenza.» Fece un rapido dietrofront e prese ad allontanarsi. «Tutto dovrebbe avere una misura, però», replicò Il Bizza accostando le mani alla bocca alla stregua di un megafono «invece certe scene te le propinano con un’insistenza morbosa: leoni che sbranano zebre, ghepardi che divorano gazzelle, serpi che inghiottono altri rettili. La scena del coccodrillo che attende lo gnu al guado e lo fa a pezzi, è stata trasmessa decine di volte. E non parliamo delle orche che s’ingozzano di foche dopo averle lanciate per aria. Sembra si voglia tenere alto il numero dei telespettatori, facendo leva sul fascino morboso che prova la gente nel vedere il dolore che non la tocca, in altre parole tutti vogliono guardare il morto ma nessuno a casa propria. Hai la percezione che registi e conduttori attendano che succeda un disastro o un omicidio oscuro per parlarne mesi interi. Preferisco ...