1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... con una tale regolarità di rientri e sporgenze, da apparire come un’enorme sega sepolta, con i denti affioranti dal ventre del colle. Il lastrone, inclinato dalla parte del poggio, sembrava fatto apposta per sdraiarvisi senza pericolo di precipitare. Il sentiero seguitava oltre e si perdeva tra la macchia. Da lassù potevano spaziare tutta la valletta. Dappertutto, una coltre d’erica non concedeva spazio alla vegetazione d’alto fusto. I cinque amici trovarono un po’ d’ombra accostandosi ad alcuni ginepri casualmente cresciuti così allineati da sembrare piantati apposta. «Ragazzi potremmo fare merenda mentre aspettiamo», propose Dino. «Ho più voglia di bere che di mangiare», commentò Gigi. «Mi ha preso un’arsura che se mi mettessi, a bocca aperta, sotto le cascate Niagara, prosciugherei l’Ontario. «Quante bottiglie abbiamo?» domandò. «Due da un litro e mezzo», rispose Silvia «e cinque lattine di birra.» «Berla calda è come ingollare piscia di vacca», si lamentò Gigi. «Hai provato?» gli domandò Dino mentre toglieva dal cartoccio la sua merenda. «Non fare lo spiritoso guardia ecologica del Kaiser.» Facendo risalire grosse bolle d’aria nella bottiglia, Gigi iniziò a bere avidamente. «Ehi ci siamo anche noi!» brontolò Stefano. «Ragazzi solo un altro sorso.» «Prova a far merenda che ti passa», gli propose Mauro. «Col prosciutto nostrano?» «Il sale aiuta l’organismo a trattenere i liquidi.» «Ma ti rivolta dall’arsione.» Silvia, sull’orlo del pianto, si sforzava di sorridere alle ...
    ... loro battute ma seguitava a fissare, mogia, le sue fette di pane dalle quali fuoriusciva uno spicchio di frittata infarcita con sottilette. «Silvia, ti avevamo avvertito di non guardare», le rimproverò Dino. Fu come se quel monito le sgretolasse la fragile diga del contegno. Una lacrima le rigò il viso. Si alzò di scatto e, per l’imbarazzo di farsi vedere piangere, si allontanò seguita da Mauro. «Cercate di tornare entro un tempo ragionevole se volete ritrovare le vostre merende, perché qualcuno ha messo gli occhi su quelle imbottiture di frittata e spalla», li avvisò Gigi ma l’interesse per come si muoveva Silvia, soverchiò il suo piacere di mangiare. Cessò di masticare e la seguì, a bocca semiaperta, come se quell’ancheggiare fosse madre di tutte le visioni ineffabili. La seguì fino a che la vegetazione gliela nascose alla vista. «Ragazzi, che gran bella figliola!» esclamò. Stefano, ho saputo dal Bizza che la corteggiavi da un pezzo.» Lui fece un cenno d’assenso. Pensò che forse gli sarebbe giovato confidarsi un po’. «Ma è comparso Mauro», disse con un tono di scalognata fatalità «e Silvia gli è cascata tra le braccia come una pera cotta. Ragazzi, credetemi: è dura pensare che in questo momento ci sia un altro a consolarla.» Strappò la linguetta di una lattina di birra e sorseggiò. «Non è così schifosa», commentò. «Insomma ci hai perso un anno senza farci un tubo e da ultimo t’è toccato contare i noccioli», insisté Gigi mettendoci un pizzico di quel compiacimento che prendeva ...
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