Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... tagliò alcune ramaglie, le mise sull’orlo del cornicione per formare un riparo mascherante e si sdraiarono bocconi. Orrore Per i cinque ragazzi, acquattati sul lastrone, iniziò una trepida attesa. Trascorse un quarto d’ora prima che riuscissero a scorgere le fronde d’erica muoversi in direzione della radura. Un uomo sui trent’anni raggiunse lo spiazzo. Indossava pantaloni e panciotto grigioverdi. Posò alcuni strani oggetti e rientrò nella macchia. Passò qualche istante prima che sbucassero altri individui. Alcuni tenevano al guinzaglio corto altrettanti cani di grossa taglia, ai quali era stata messa la museruola. Gli animali furono legati alla base d’alcuni arbusti, quindi incappucciati con neri bacucchi. Appostato tra Gigi e Silvia, Stefano iniziò a filmare per riprendere il volto degli individui che discutevano al centro della radura. «Silvia», le disse sottovoce «guarda, c’è il Boria, il figlio del proprietario dell’albergo Astor. Gira voce che stia dilapidando il patrimonio familiare col gioco d’azzardo.» «Sua moglie è nostra cliente», disse Silvia, sbalordita. «È una signora così a modo. Come riesce a convivere con una persona tanto crudele?» «Sicuramente è all’oscuro di tutto.» Intanto i cani latravano e scuotevano la testa per tentare di liberarsi del copricapo. Due uomini rientrarono tra la vegetazione ma l’individuo riconosciuto come il Boria rimase assieme a un tipo tracagnotto. Infilarono robusti guanti da lavoro, tubolari di stoffa imbottita sugli avambracci e ...
... iniziarono a sferzare i lombi dei loro animali con cinghie di cuoio. L’uomo della videocamera iniziò a filmare la scena guardandosi dal riprendere il volto dei complici. I cani reagirono con ringhi e uggiolii di dolore. I due individui trascinarono le bestie in mezzo allo spiazzo. Le sferzarono ancora perché si caricassero di maggiore aggressività, quindi tolsero i cappucci e le liberarono. Col tartufo arricciato e le zanne scoperte, i due animali si azzuffarono. Il cane più robusto era un molosso dal pelo fulvo e il muso nerastro; l’altro, un pitt-bull anch’esso dal colore scuro, aveva una corporatura minore rispetto all’avversario ma possedeva mascelle poderose. Il pitt-bull si avventò alla gola del molosso che evitò di essere azzannato con un rapido scarto, quindi contrattaccò addentando l’avversario sulla groppa. Una chiazza rossa macchiò il manto del pitt-bull che reagì mordendo il molosso al labbro superiore. Il molosso, addentato su una parte dolorosissima del corpo, emise un guaito ma la sua mole lo aiutò a liberarsi dell’avversario con un poderoso scuotimento che gli provocò una profonda lacerazione. Grondante sangue azzannò il pitt-bull sulla parte superiore del collo. La sua presa fu così salda che, scotendo il muso per sbranare, sballottò l’avversario come fosse di pezza. I due cani continuavano a dilaniarsi, aizzati dagli aguzzini. Impietriti, Dino e Gigi fissavano il massacro. Con la nausea alla bocca dello stomaco, Stefano seguitava a filmare. Mauro sosteneva la ...