1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... e invadevano l’alveo obbligando i fuggitivi a tossire. Stefano vedeva l’ombra della paura sui volti dei compagni. Scorse un arbusto d’erica avvampare. Il senso di colpa che provava, per averli coinvolti in quella sciagurata avventura, gli infondeva tanta energia da menare la roncola con impeto furibondo. Si fece aiutare a caricarsi il forestale sulle spalle e comandò agli altri di andare avanti per aprire il varco. Affrontarono un tratto d’alveo, fatto di pietra levigata, ricoperto di un sottile strato di mucillagine che rallentò ancora di più il loro avanzare. L’agente notò che, più salivano, più il rigagnolo si arricchiva d’acqua. «Ragazzi, forse ho trovato l’unica soluzione. Ascoltatemi: tra poco troveremo una briglia. L’acqua ha scavato un avvallamento lì sotto. Mettetemi nella gora e scappate.» Qualche focolaio li stava sopravanzando. Davanti a loro c’era rimasta un’esigua striscia di macchia che non ardeva, ma il fronte del fuoco si stava congiungendo. «Eccola, la vedo!» gridò l’agente. «È quella costruzione in cemento che sembra un muretto rialzato ai lati.» Sollevò gli occhi al cielo. “Dio fa che nella gora ci sia acqua sufficiente a coprirmi sotto la cascatella” Larga un paio di metri, e con l’acqua alta una quarantina di centimetri nel punto più profondo, la pozza c’era. «Rotolatevi nell’acqua e buttatemi dentro, presto!» «Per respirare come farà? Le occorrerebbe una cannuccia», disse Dino. «Mi arrangerò in qualche modo. Sbrigatevi a bagnarvi e correte. Più su ...
    ... c’è una cascatella artificiale come questa. Superatela e risalite l’alveo fino a che troverete una stradina di servizio. Dovrete seguirla dal lato in salita. Vi porterà sulla provinciale. Ora bagnatevi e scappate.» I ragazzi rimasero dubbiosi se abbandonarlo. «Cristo, scappate!» urlò il forestale. Si rotolarono nella gora, posarono l’agente nell’acqua, bagnarono il cane, lo issarono oltre la briglia e si aiutarono a superarla. Avanzarono badando solo a non ferirsi gli occhi. L’impeto col quale Stefano si buttava tra l’intrico dei vegetali, era furioso. Lingue di fiamma si alzavano davanti a loro. Il fumo acre che sollevava frammenti di foglie annerite, come sciami di brune farfalle, li costringeva a procedere a capo basso orientandosi seguendo il rigagnolo. Raggiunsero un tratto d’alveo libero dai rovi. Per una ventina di metri procedettero quasi a passo di corsa. Poi la vegetazione tornò a intricarsi. Dietro, il fuoco aveva aggredito la vegetazione attorno alla briglia. Davanti a loro focolai si stavano unendo. Stefano si fermò per valutare la situazione, sollevò il pesante cane e si lanciò nello stretto spiraglio tra due ali di fiamma. Superò il focolaio sollevando faville. Gli altri lo seguirono e riuscirono ad allontanarsi dal rogo. La bestia si adagiò sul ruscello, sfinita. A valle del suo corpo l’acqua si colorava di rosa. Silvia si chinò per cercare di rianimare il cane ma l’unica cosa che potesse fare era di massaggiarle il corpo con energia. Mauro si avvicinò a lei ...
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