Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... tossendo. Aveva il viso sporco di vegetali inceneriti e gli occhi mezzi chiusi. «Silvia, dobbiamo andare», le disse ansimando. «Il cane sta morendo. Non possiamo fare più niente.» «Non voglio lasciarlo qui.» Stefano irruppe tra i due, prese la bestia in braccio e incitò gli amici. «Forza, scappiamo o faremo la fine della pancetta affumicata.» Avvistarono la seconda briglia. Superarono anche quell’ostacolo e riuscirono ad allontanarsi dal mantello del fumo. Via, via che risalivano il rivo si faceva più ricco d’acqua fino a che dovettero procedere sguazzando. Giunsero in vista della pista. Il guado s’incuneava tra la vegetazione della proda, s’immergeva nel torrentello, poi proseguiva risalendo l’altra sponda. La percorsero per qualche centinai di metri prima di lasciarsi cadere, stremati, sotto un olmo. «… ci dirigiamo verso il luogo che ci avete indicato. Siamo preceduti da due campagnole della forestale e un’ambulanza. Come state?» «Sfiniti ma bene», rispose Stefano. «Gigi ha una lieve scottatura sul collo e i capelli un po’ strinati.» «Il forestale?» «Lo abbiamo portato con noi finché s’è potuto, poi… » Livio rimase col fiato sospeso. «… ci ha ordinato di metterlo in una pozza quando ha capito che rischiavamo di essere raggiunti dalle fiamme se insistevamo a portarcelo appresso.» C’era acqua a sufficienza per coprirlo?» «Sì se rimaneva rannicchiato.» «Allora ci sono molte speranze che sia riuscito a cavarsela», disse Livio, rinfrancato. «La sterpaglia avvampa ma ...
... l’incendio dura poco. Ora ti faccio telefonare dai forestali. Informali sul loro collega e descrivi il luogo in cui vi trovate, ah, aspetta, ti passo Fabrizio.» «Stefano?» «Ciao Fabry.» «Ciao un cazzo! Vi prendo a calci compresa Silvia, quando vi trovo.» «Non avrai avvertito i suoi genitori, spero.» «No razza d’incoscienti. Passo e chiudo.» I cinque amici decisero di andare incontro ai soccorsi dividendosi la fatica di trasportare l’animale. Finalmente udirono il rombo dei motori. A Mauro, che per ultimo era toccato reggere il cane, sentirsi liberare dal pesante fardello, provocò un brusco allentamento della tensione. La campagna prese a ruotare come fosse salito su una giostra, sentì i piedi perdere consistenza col terreno e vacillò. L’ultima cosa che vide, prima di riprendere i sensi sull’ambulanza, fu Silvia che gli tendeva le braccia nel tentativo di sostenerlo. CAPITOLO QUINDICESIMO Le ali della famiglia Quando Silvia e Mauro rincasarono, dopo essere stati accompagnati all’ospedale per una visita di controllo, Riccardo che solitamente si esprimeva con pacatezza perfino durante i rimproveri, quella volta alzò la voce e sciorinò loro una dura ramanzina nonostante fossero conciati da far paura. «Ragazzi, aprite bene le orecchie: considero i sentimenti importanti quanto il cibo e non ho dubbi che vi amiate, quindi non vi ostacolerò, ma azzardatevi a fare un’altra bravata come quella di oggi e se vorrete seguitare a incontrarvi non avverrà in questa casa. Intesi?» Nonna Martina ...