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Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... come ti riduce l’amore. Vero Iddio, rimango single.» Lory mi scappa la pipì.» “Ti pareva! Fermati e vai dietro quel muretto. Baderò che non arrivi gente.» Poco dopo giunsero su un ampio viale fiancheggiato da un muro di cemento. Dall’altro lato un accesso portava in un vasto posteggio quasi vuoto. “Che stronzo!” pensò Lorenzo. «Silvia siamo arrivati. Quello è il muro di cinta dello stadio. Eccola là una colonna di riflettori.» «Lory è tutto spento», sospirò lei accostando l’auto al cordolo del marciapiede. «Forse è cominciato l’intervallo?» «Silvia, di regola non li spengono i riflettori durante l’intervallo. Non c’è proprio nessuno a giocare. Non vedi che il posteggio è quasi vuoto?» Lei fu presa da un senso di sconforto da obbligarla a rimanere col fiato sospeso. Posò il braccio sul volante e vi poggiò la fronte. «Se si azzarda a rimettere piede in casa nostra», ringhiò Lorenzo posando la mano sul capo di sua sorella «lo riaccompagno a Sanfabiano a calci in culo. Calimero andiamocene a casa.» L’indomani sera, a cena, in casa Falaschi «Mamma», chiese Mauro «mi andrebbe un po’ di formaggio.» «C’è il grana padano. Tu ne vuoi Luciano?» «Ci fosse del pecorino.» «Credo ne sia rimasto uno spicchio. Mauro», disse Nadia rivolgendosi al figlio mentre apriva il frigorifero «oggi ha telefonato Manuela. Vorrebbe che invitassimo Silvia, a pranzo, domenica prossima.» «La chiamo e glielo chiedo. Babbo uso il tuo cellulare.» Mauro chiuse l’uscio di camera e compose il numero. «Ciao ...
... Silvia.» «Vigliacco!» L’insulto fu così inaspettato che lui accennò un risolino di sorpresa. «Silvia che ti prende?» «Non voglio più vederti, né sentirti. Che ingenua sono stata, cribbio! Spero di riuscire a scordarmi d’averti conosciuto.» La telefonata s’interruppe bruscamente. Mauro insisté a chiamarla inutilmente. Sbigottito, si lasciò cadere sul letto. Avvertiva uno smarrimento così acuto che gli appannava il senso della riflessione. Non sapeva che fare. Nemmeno si sentiva il coraggio di tornare in cucina. «Luciano, Mauro è in camera sua da quasi mezz’ora», disse Nadia agitandosi sulla sedia. «Vado a chiamarlo.» «Aspetta ancora un po’. Potrebbero dirsi cose che… lo sai com’è no?» Cinque minuti dopo Nadia si accostò alla porta di camera del figlio. Origliò per accertarsi che fosse ancora al telefono. Non avvertì parlottare. Picchiettò sulla porta. «Mauro vieni a finire di cenare.» «Non mi va.» “Gesù! Mauro ti senti bene?» «Sì ma voglio rimanere qui.» “Vuole stare lì? Dio santo, ma che… posso entrare?» Nadia vide il figlio supino sul letto con un braccio a coprirsi gli occhi. Gli strinse il polso per sollevarglielo. Mauro fece una debole resistenza. Poi lasciò che la madre lo guardasse. «Mauro!» Nadia lo vide con gli occhi bagnati di lacrime. «Dio mio che ti è preso?» Imbarazzato lui si voltò verso la finestra. «Mamma per piacere lasciami solo.» «Se non mi dici che cosa ti è successo, non esco.» Lui scoprì quanto fosse imbarazzante guardare sua madre e piangere, a ventisei anni. ...