1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti

    ... per primo.» «La furbina vuole usarmi come cavia.» «Parla adagio o la spaventi. Passami la videocamera, poi afferrala. Ti riprendo.» L’animaletto tentò di scivolare tra le dita di Mauro ciondolando la testolina verso il terreno. Eccitata Silvia fece alcune riprese ravvicinate. «Che bestiola carina. Mauro, passamela e riprendimi.» Avvicinò la mano con prudenza ma si ritrasse. «Mi fa impressione.» Riuscì a sfiorarla. «È fredda.» «Lo credo bene, è un rettile. Tienilo delicatamente vicino alla testa, altrimenti potrebbe perdere la coda.» «Perché?» «Non è una serpe ma un orbettino. Gli orbettini appartengono alla famiglia delle lucertole e lasciano la coda all’aggressore se si sentono minacciati come fanno le loro cugine.» Esitante Silvia strinse la bestiola tra l’indice e il pollice. «Mauro ci sono riuscita. È una creaturina bellissima.» Di un colore ocra metallico, la lucertola aveva una striscia scura sul dorso che correva fino alla coda e altre meno evidenti sui fianchi. La minuscola testa era fornita di occhi neri, piccolissimi. L’addome era liscio e di un bruno bluastro. Saettava fuori della bocca la lingua biforcuta. «Ferma così. Lascia che si attorcigli al polso e non aver paura. Sto riprendendoti.» «I miei strabuzzeranno gli occhi quando vedranno il filmato. Perché si chiama orbettino?» «Probabilmente il nome deriva dai suoi occhi minuscoli. Una volta c’era la credenza che fosse una serpe velenosa, invece è innocua.» «Poverina.» «Poverina non direi. È una predatrice di ...
    ... vermi, lumache e striscia nelle tane per mangiare i topolini appena nati», disse Mauro continuando a filmare. «Allora sei birbona.» Silvia posò la lucertola sull’erba. La guardò strisciare fino a che, rasentando un peduncolo nel quale era attaccato un grosso insetto, scomparve tra i vegetali. «Mauro, ho scoperto una mantide religiosa. È la prima volta che ne vedo una, dal vero. Sembra un essere alieno. Lo sapevi che ha un comportamento sessuale del tutto particolare?» «Spero che non ti venga in mente di emularla.» «Sciocco io ti mangerei dai baci. Ehi, guarda che bella farfalla. È quasi completamente nera con strisce bianche.» «Credo si chiami Camilla.» «Che nome simpatico. La riprendiamo?» «Silvia, se ci mettessimo a riprendere ogni animaletto non arriveremmo più. Ci dedicheremo al naturalismo un’altra volta. Ora sbrighiamoci.» Sostarono sulla cateratta, fecero un’altra tappa sul pianoro e scesero a Ca’ Pansecco. Sulla radura l’erba si era fatta alta e gli steli incominciavano ad assumere tonalità giallastre. Presso il ponticello erano sbocciati rosolacci. A somiglianza d’occhi le finestrelle conferivano alla catapecchia di Pansecco le sembianze di una marmotta accovacciata. Il cielo accarezzava la collina come un amante premuroso e il sole faceva vibrare l’aria sopra le sterpaglie delle balze abbandonate. «Mauro mi sento inebriata», disse Silvia lasciandosi andare a un lungo sbadiglio. «Lo credo bene, sei così alta che l’aria è rarefatta lassù dove respiri e la mancanza ...
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