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Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... sanguinando.» «Ti ha punto una spina. Voltati e fammi vedere.» Silvia sentì le dita di Mauro sfiorarle il punto dal quale s’irradiava la fitta. Lo vide precipitarsi verso il suo zaino, aprirlo e rovistare. «Mauro che cosa cerchi?» «Mettiti bocconi e non muoverti.» Lei si voltò per tentare di vedere il punto dal quale s’irradiava il dolore. Scorse un alone rosso violaceo. Avvertì una tumefazione. La paura le serrò la gola. Guardò Mauro che stava frugando nelle tasche esterne del suo zaino. Aveva il viso pallido e teso. «Mauro», strillò «che cosa mi è successo?» “Devo rimanere calmo per non impaurirla o il cuore le batterà veloce e il veleno si spanderà.” La vide avvicinarsi strofinandosi la coscia. «Mauro sento che mi sta diventando rigida la gamba.» «Amore torna sul plaid e mettiti bocconi.» Silvia lo guardò smarrita. «Mi hai chiamato amore! Cribbio la faccenda è grave. Non sono stata punta dall’ortica e neanche da una spina.» «Giù, mettiti giù e rimani immobile.» «Cribbio che ci fai con quel taglierino?» Mauro si sforzò di parlarle con un tono rassicurante. «Solo un taglietto.» Riuscì perfino a sorriderle ma sentiva di avere una tensione rigida sulle labbra come se il sorriso che si sforzava di farle non gli appartenesse e la rassicurazione che le voleva trasmettere gli parve incerta e dolorosa. «Oh mamma, lo immaginavo.» Una fitta di dolore le fece stringere i denti. «Devi farlo dal foro di un dente all’altro. Livio dice che si deve fare così se si è morsi da una vipera. ...
... Spremi la ferita e lascia scorrere il sangue.» Mauro si concentrò sui due fori provocati dai denti dell’animale. Attorno ad essi ecchimosi e gonfiore si estendevano. Appoggiò la lama del taglierino sulla carne. Sentì il capo leggero e il corpo svuotarsi d’energia, le stesse sensazioni avvertite dopo aver passato il molosso ai soccorritori. “Dio, ti prego, non farmi svenire.” Strinse i denti e serrò la mano sul manico del trincetto. «Che cretina sono stata a non guardare dove mettevo le chiappe», disse Silvia portando le mani a coprirsi gli occhi. Taglia, Mauro!» Lui affondò la lama nella carne. Sulla pelle si formò una sottile linea rosata. Premette la ferita. Un rivolo vermiglio colò dalla coscia e macchiò l’erba. Scostò le ciocche di capelli che le coprivano il viso. Era pallida, le labbra esangui, la fronte imperlata di sudore, il respiro affannato. «Silvia come ti senti?» «Mi fa un male terribile, avverto molto freddo.» «Ti copro con il plaid. Ora stai immobile, chiamo l’unità d’emergenza di Sanfabiano.» Mauro provò a telefonare ma entrambi i cellulari non avevano campo. Ebbe un gesto di stizza. «Maledizione, non prendono.» Corse verso l’estremità del laghetto e riprovò. Oltrepassò il ponticello. Tentò ancora. Si affrettò a tornare. «Silvia, devo salire sul pianoro.» «Mauro non lasciarmi», lo supplicò tendendole le mani. Lui s’impose di non guardarla per timore di cedere alla commozione, s’infilò le scarpe e corse su per la viottola senza badare alle spine di rovo che lo ...