Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... lei fu più lesta a sollevarla. «Hai detto che non volevi bere? Ora sono io a negartelo.» Lui tornò ad assumere un’aria imbronciata e volse lo sguardo all’erba. Silvia si mise prona. Provò a voltargli il viso per accertarsi che non fingesse ma lui resistette. «Te la sei presa? Mauro non fare il permaloso. Era soltanto un gioco.» Lui aprì un occhio e strinse le labbra per trattenersi dal ridere. «Furfante, lo sapevo che fingevi.» Gli avvicinò la bottiglietta alle labbra. «Ora, bevi.» Mauro sorseggiò forzatamente e tossì dopo un goffo tentativo di fermarla. «Silvia, fammi alzare. Così mi va di traverso.» Per tutta risposta lei gli mise la mano sotto la nuca per sostenergli il capo. «Devi bere così.» Mauro fissò Silva, affascinato. I lineamenti ereditati dall’adolescenza erano scoparsi e le labbra apparivano tumide e provocanti. Le sfiorò il viso con la punta delle dita, come per timore di consumarla. I seni, prossimi alle sue labbra, gli procurarono una sensazione di struggimento. Poi il sapore dei capezzoli si mescolò a quello del brandy. La sentì fare un respiro mozzo e rilassarsi. «Oh amore», le sussurrò, il viso immerso tra le mammelle levigate come ciottoli del Rio Maestro «ti fan torto a dir che la tua dolcezza è amara, mentre il tuo frutto succulento è dolce come null’altro.» «È tua?» domandò lei, stupita. «D’anonimo, e non rammento dove e quando l’abbia letta.» Col dorso delle dita lei gli sfiorò le tempie. Poi lo baciò con ardore. «Silvia fammi riprendere fiato.» ...
... «Mauro voglio fare l’amore.» Lui riuscì a sussurrarle un sì col cuore che galoppava come quello di un leprotto rincorso dal cane. «Prima devo andare a fare pipì»,disse Silvia. «Mi aspetti Mauro?» «E chi scappa? Ma… dove vai?» «Dove l’ho fatta la volta scorsa, dietro la siepe di biancospino.» «Allora dovrò stare all’erta perché rimango a valle e non vorrei essere travolto dalla piena.» Mauro fece il gesto di ripararsi da uno scappellotto ma Silvia si limitò a scarmigliargli i capelli prima di allontanarsi tra gli steli d’erba che le giungevano alle ginocchia. Fatalità Mauro colse piacere persino d’essere rimasto solo. Tra poco si sarebbe chinata su di lui, dolce e passionale, materna e intelligente. Udì un fruscio d’erba, una carezza sulla fronte. Indugiò a guardarla, sospeso tra il desiderio di vederla e immaginarla. Sentì che lo chiamava. «Mauro perché tieni gli occhi chiusi?» «Per ritardare il momento di rivederti. Fai diventare emozionante anche l’attesa.» «Non venirmi a dire che sei innamorato di me.» «Non particolarmente.» «Vuoi buscar… » Il volto di Silvia si contrasse in una smorfia di dolore. Emise un lamento. «Silvia cos’hai?» «Boh! Ho sentito come una scossa elettrica, sulla natica destra, mentre facevo pipì.» Silvia prese a frizionarsi energicamente la parte posteriore della coscia. «Mauro avverto bruciore.» «Ti sarai chinata sull’ortica. Vai a bagnarti. L’acqua fresca lenirà l’irritazione.» Silvia sentì le dita viscose. C’erano tracce vermiglie. «Cribbio, Mauro, sto ...