Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... cigolio della maniglia che si abbassava, Tiziana trasalì. «Accomodatevi », disse un’infermiera laconica. Si sedettero presso una scrivania spartana, col ripiano di plastica bianca. Mauro rimase in piedi dietro di loro. Il professor Pagliai, un uomo dagli occhi vigili e accorti, parlò col controllo di chi era avvezzo a parlare con persone prostrate. «Signori Colombo, ho il dovere di essere franco: Silvia rimane molto grave anche se, per il momento, le sue condizioni si sono stabilizzate. Il veleno dell’aspide ha provocato una reazione anomala del suo organismo e questo ha scatenato un’allergia.» «Shock anafilattico?» chiese Riccardo. Il dottore annuì, incrociò le mani e strinse le nocche delle dita. Mauro notò l’infermiera abbassare lo sguardo e assumere un’espressione pessimista. Pensò alla morte come una sacca di tenebra, un’ombra dalle sembianze di un avvoltoio che ti spiava in ogni luogo, che ti ghermiva in ogni dove. Improvvise, le fiamme della macchia di Carbonaia gli riapparvero vivide e la sua mente lievitò l’idea che la Valcorniola dovesse essere punita. Avvertì una sensazione di calma improvvisa. “Silvia morirà, a vent’anni, infinite volte, per colpa tua, maledetto vallone, ma anche tu sarai destinato a bruciare in eterno.” Indietreggiò silenzioso e scivolò fuori dell’uscio. «Purtroppo», seguitò a spiegare il medico «queste forme d’allergia sono subdole, però se Silvia superasse la notte, avremmo ottime speranze. Complicanze cerebrali non ce ne sarebbero perché il ...
... suo cuore ha sempre fibrillato pochi secondi. È il suo fidanzato quel ragazzo che è uscito?» Riccardo si voltò indietro. «Sì. Mauro dove ti sei cacciato?» «Abbiamo saputo che le ha praticato il massaggio cardiaco. È stato in gamba. Lo dobbiamo alla sua prontezza se possiamo ancora sperare.» Mauro doveva uscire dall’ospedale senza essere scorto dai conoscenti. Imboccò il corridoio opposto a quello del pronto soccorso. Negli ospedali c’erano sempre uscite secondarie. S’infilò in un ascensore e premette un pulsante. Imboccò un altro passaggio che s’incurvava gradualmente impedendogli di vederne la fine; lo percorse accompagnato dal picchiettare delle sue scarpe. Finestre alte, il cui davanzale era un palmo sopra la sua testa, gli impedivano di vedere l’esterno. Aprì una porta che interrompeva il corridoio. Un angolo retto, poi un altro passaggio si allungava davanti a lui. Vide aprirsi una porta e uscirne un’inserviente carica di attrezzi per pulire i pavimenti. «Che cosa ci fa, lei, nel seminterrato? È il tecnico delle caldaie?» «Sto cercando il modo per uscire signora.» «Come ha fatto a infilarsi in questo labirinto?» disse la donna scotendo il capo. «L’ingresso principale è distante. Le merita seguitare di qui ormai. Laggiù c’è un mio collega. Si faccia aprire l’uscita di servizio. La teniamo sempre chiusa perché non è la prima volta che malintenzionati s’intrufolano qui dentro. Hanno persino rubato decine di scatoloni colmi di pannoloni per anz… giovanotto si sente male? È ...