Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... aiutarmi.» «Non pensarci. Forza, sali.» «Stefano posso usare il tuo cellulare. Devo avvertire mio padre.» Qualche istante dopo Manuela componeva il numero di suo padre con mano tremante. «Babbo?» «Che cosa c’è Manuela?» «Non abbiamo trovato la macchina di Mauro in nessun parcheggio dell’ospedale. Sto tornando a Sanfabiano per accertarmi che sia tornato a casa.» «Avvertimi se non ci fosse.» «Luciano che sta succedendo?» gli chiese la moglie. «Mauro se n’è andato, forse è diretto a casa. Manuela sta tornando a Sanfabiano.» Nadia sbiancò e Tiziana si prodigò per farle bere un sorso d’acqua. Un atto disperato Mauro entrò nella rimessa, cercò la canna che sua madre adoperava per innaffiare il giardino, ne tagliò un pezzo e si mise alla ricerca di recipienti. Trovò un contenitore vuoto di candeggina da due litri e una piccola tanica mezza piena d’acqua distillata. Versò per terra il liquido, infilò un’estremità della canna nel serbatoio dell’auto e succhiò per travasare benzina nei recipienti. Poi si diresse verso la Valcorniola. Usava le sue energie mentali per pensare che soltanto dalla vendetta potesse venirgli un po’ di sollievo. “Silvia morirà, a vent’anni, infinite volte, per colpa tua, maledetta Valcorniola ma anche tu sarai destinata a bruciare in eterno.” Dalle finestre di casa non filtravano luci e l’auto di Mauro non era nel cortile. Manuela e Stefano si precipitarono nella rimessa. Furono investiti da un acre odore d’idrocarburo. Sull’impiantito videro la chiazza ...
... d’acqua e il pezzo di canna. «Mauro ha tolto benzina dal serbatoio», disse Stefano. «C’è da pensare che voglia bruciare qualcosa.» «La Valcorniola», disse Manuela tremante. «Sai come si faccia ad arrivarci?» Lei era rimasta talmente impietrita da non riuscire a memorizzare le parole di Stefano. «Manuela, rispondimi, non c’è tempo da perdere. Conosci la strada per andare in Valcorniola?» «Sì. Corro in casa a prendergli una maglia.» «Non c’è tempo.» Lei riuscì ad afferrare uno spolverino di suo padre prima che Stefano la strattonasse. Mauro conosceva così bene la zona che la sua minuscola pila era sufficiente a tenerlo sul sentiero. Procedeva metodico, accompagnato dall’ansito del suo respiro, maledicendo Dio e tutti quelli che speravano nella sua misericordia. Si fermò sopra la cateratta. Nell’aria c’era fragranza di fragole selvatiche e l’acqua del torrente odorava di alghe novelle. Che cos’era quel sottile profumo che ora coglieva, predominante sugli altri, come volesse mantenere la sua unicità. Fiutò. Sì, era il profumo di Silvia che ancora pervadeva il vallone e che sarebbe rimasto lì, in eterno, dominando anche quello acre della cenere, dopo che lo avrebbe bruciato. Il rumore dell’acqua gli parve odioso. Quante volte, senza averglielo detto, gli era sovvenuto di immaginare che le insegnasse a dipingere la casupola di Pansecco, in autunno. “Ora vela d’azzurro la parete in ombra” “Perché Mauro?” “Le parti in ombra richiamano sempre un po’ di colore del cielo. Ecco, così, con mano ...