1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti

    ... Quello è un chiacchierone e uno scroccone matricolato. Il giornale che legge è il mio di ieri. Lui non compra mai giornali perché dice che sono pieni di panzane ma se mi assento, sono costretto a portare il mio appresso perché non lo mollerebbe fino a che non lo avesse letto da cima a fondo se riuscisse ad appropriarsene. Strapperebbe persino la pagina d’annunci di quelle donnine che… beh penso abbia capito di quali donnine si tratti. E poi è di una curiosità che… lei pensi: ieri mia moglie mi ha portato dei chibi.» «Vuol dire kiwi?» «Proprio quelli. Non mi garbano molto perché li trovo acidosi, però si dice che contengano molte vitamine e aiutino ad andare d’intestino. Insomma le stavo dicendo che mia moglie mi ha portato i chibi e lo sa, Silvia? Lui ha approfittato che fossi andato al bagno per sgraffignarmene uno.» Nando strusciò le ciabatte sull’impiantito. «Meno male che sarà dimesso domani. É stato ricoverato per disturbi urinari e pareva gli avessero trovato un tumore a un rene, poi hanno scoperto che ha il rene bitorzoluto ma più funzionante di quello normale.» «Buon per lui.» «Sì, certo e spero che il prossimo ospite non sia un moribondo. In ospedale può capitare di dover dividere la camera con chiunque, però un agonizzante ti fa cascare il morale sotto i piedi. Ah ecco, siamo alla sei. Nella prossima c’è il suo fidanzato. È sul letto accanto alla finestra. Il suo compagno è un tale che ha un problema polmonare e l’orologio che perde i colpi. C’è voce che fumi ...
    ... cinquanta sigarette il giorno, ma gli toccherà smettere se non vorrà tirare le cuoia in quattro e quattr’otto. La accompagno fino al letto del suo fidanzato, signorina Silvia?» «Le vertigini mi sono passate. Signor Nando, non so come ringraziarla.» «Sono io a ringraziare lei per avermi dato la possibilità di fare schiattare d’invidia il mio compagno di camera.» Quel tessitore del destino Rimasta sola, Silvia fu colta da una strana apprensione. La porta della “sette” era socchiusa. Dallo spiraglio l’ambiente le appariva buio. Aprì lentamente. Deboli lame di luce filtravano dalla tapparella abbassata. Sul letto più prossimo scorse la sagoma di una persona, udì un russare irregolare. Attese che gli occhi si abituassero alla penombra. «Mauro?» La voce le uscì incerta. «Mauro, ci sei?» «Certo che ci sono. Col febbrone che ho dove pensavi fossi andato, in discoteca? Vieni.» Silvia esitò ad avvicinarsi. «Mauro?» ripeté con un filo di voce. «Calimero, sono qui, malandato ma ci sono.» Mauro accese la lampada del letto e allungò il braccio fuori delle coperte per prenderle la mano. «Brava, hai messo la maglia.» Si scostò per farle posto. «Siedi sul letto.» «Sono felice, Mauro. Siamo all’ospedale, entrambi malconci ma non mi sono mai sentita così felice come in questo momento. Tu dimmi se sono normale.» «Le persone normali non sono particolarmente interessanti.» «Non riesci a trovarmelo un difettino?» «Hai una personalità dominante. Credo che dovrò adeguarmi a vivere nella tua ombra.» ...
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