1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti

    ... cose di cui avevano conversato erano state motivo per scambiarsi maliziosi risolini. Tornati sul lettone improvvisato, l’effetto rilassante della doccia li aveva fatti scivolare nel sopore. «Raffa, se la raccontassimo chi ci crederebbe che tu sia riuscito a trasformare la nostra prima volta in una favola perché hai pensato di masticare prugne selvatiche acerbe?» «Non pensare che quest’espediente riesca sempre ma non me ne preoccupo perché sarò io a rischiare il secondo posto, spesso», disse Mauro incrociando le gambe alle sue. «Ti dispiacerà?» «Tantissimo.» «Non è vero. La gioia ti trabocca dagli occhi.» Mauro annuì avvertendo le brume del sonno avvolgerlo. «Silvia, non riesco a tenere gli occhi aperti.» «Nemmeno io. Accosta il viso al mio e tienimi la mano.» Percepivano il soffio delle loro narici. «Mauro non ti scoprire. Quassù rinfresca di mattina presto. Buona notte.» «Notte Calimero.» Le comprimeva il torace ma era come se lo sterno le fosse diventato di marmo. Vide il faccione dell’ingegnere, i denti scoperti, serrati in un ghigno malevolo. “Smettila, non vedi che è già morta? Scappa! L’acqua sta salendo e sommergerà tutto. Morirai anche tu.” “Vattene! Sei solo un sogno.” La voce stentorea dell’ingegnere saturava la valle. “Sei tu che vuoi capovolgere il vero col sogno. La realtà, invece, è questa: questa!” “Figlio di puttana, non la lascerò qui.” Continuò a comprimerle lo sterno e soffiarle aria in bocca. “Respira, Silvia! Respira, respira, respira…” L’ingegnere gli ...
    ... afferrò le braccia per impedirgli di continuare. Lo ricacciò indietro e riprese a premerle il costato. “Respira, respira…” Gli parve di vedere una massa bruna, una forma ovale più chiara, udire una voce. “Respira, Silvia, respira, respira, resp…” Si sentì scuotere. «Svegliati Mauro!» Silvia gli posò la mano sulla fronte madida. «Mi hai fatto prendere paura. Continuavi a ripetere: respira, respira.» «Non riesco a dimenticarlo...» «Avresti dovuto confidarti, perché non lo hai fatto?» «Speravo mi passasse.» «Prova a distogliere la mente come hai fatto con le prugne selvatiche.» «È un’altra cosa. È un pensiero fisso che sta nascosto e mi aggredisce nel sonno. A volte anche se sono sveglio e quando meno me lo aspetto, come volesse rovinarmi gli istanti belli dei pensieri.» Silvia gli fece poggiare il viso sul petto perché il cuore glielo sentisse palpitare. «Mauro, credo gioverebbe a entrambi tornare in Valcorniola. Dovremmo continuare a considerarla la nostra valle e cacciare i fantasmi. Me lo prometti?» Nella luce discreta della lampada da comodino, gli occhi di Silvia apparvero a Mauro, bruni come i frutti di rovi maturi. «Ci andremo a raccogliere le more, appena torneremo dal mare, ma ti avverto», la avvisò mentre il cuore di Silvia gli rimandava nell’orecchio pulsazioni scandite con la regolarità di un cronometro: ti obbligherò a fartelo addosso se ti scappasse un bisognino.» Silvia annuì accarezzandogli la fronte. «Ora cerchiamo di fare un altro pisolino.» Spense la luce. ...