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Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... la nuova Sanfabiano giungeva fino a lambirne una sponda. «Ciumbia Mauro!» esclamò Silvia osservando, attonita, il paesaggio sottostante «da qui si vede un panorama bellissimo. Dove porta questa strada?» «In un luogo chiamato Pian degli Ulivi. C’è un vecchio mulino in disuso che funzionava con l’acqua del Rio Maestro.» Lei osservò la rigogliosa vegetazione che ricopriva i poggi. Notò che la massa del verde era divisa da una sinuosa cintura biancastra digradante al piano. «Immagino che quelle siano acacie», disse indicandogli la tortuosa fascia. «Sono proprio acacie», confermò Mauro. «Seguono le anse del torrente e siamo nel periodo della fioritura. «Hai mai mangiato le infiorescenze d’acacia fritte, passate sulla pastella d’uovo e farina?» «Silvia non prendermi in giro», rispose Mauro sebbene sapesse della loro commestibilità. «Perché dovrei? Sono buone davvero.» «Questa poi!» «Non sono una brava botanica?» rispose lei dandogli un buffetto sul naso. Poi puntò il braccio verso le alture e gli chiese, indicandogli una strozzatura tra esse: «È là che intenderebbero costruire la diga?» «Suppongo di sì. È il punto più stretto e basso del vallone. Più su i poggi si allargano e formano una conca.» «Il Rio Maestro non si scorge da qui.» «In pochi punti» le spiegò Mauro «è possibile avvicinarsi all’alveo tanto da vederne l’acqua scorrere. La vegetazione è intricata sulle sue sponde perché nessuno, ormai, si prende la briga di ripulirle.» «Sei bravissimo a descrivere le cose», disse ...
... Silvia ricomponendo una ciocca di capelli che a Mauro era calata sulla fronte. Un po’ nascosta dal sopracciglio destro notò una piccola cicatrice che il sole non riusciva ad abbronzare. «Come te la sei procurata questa?» «Da bambino cadendo dalla bicicletta.» «Sembra una stellina.» Silvia fece scorrere sopra di essa il polpastrello dell’indice come surrogato di una carezza. «Sai Mauro? Credo di capire il motivo per cui descrivi benissimo ciò che vedi: non guardi ma osservi.» Se non con un battito di ciglia a lui non sovvennero risposte. Pensò, invece, quanto le vicende della vita fossero imprevedibili. Il mattino precedente aveva risalito il vallone ignorando l’esistenza di quella ragazzona dagli occhi neri che sembravano seguitare a sorridere anche quando le sue labbra cessavano di farlo. La osservò come per capire il perché di tanta armonia che tracciava i tratti del suo volto. La bocca, il mento, gli zigomi e la fronte erano come li avrebbe dipinti se avesse voluto esaltare la bellezza di un volto armonioso. Inspirò profondo per contenere le emozioni e disse indicandole la stradicciola: «Vogliamo avviarci Silvia? Il sentiero presenta qualche asperità e dovremmo giungere fino alla casa di Pansecco per scattare qualche foto a una fontanella.» «Pansecco?» chiese lei. «Era un contadino poveraccio che abitava lassù con moglie e un branco di figli. Lo conoscevano tutti a Sanfabiano, tanto che seguitiamo a chiamare il Rio Maestro “Rio Pansecco”. È stato lui a costruire il fontanile. ...