Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... «Dove?» chiese il Gori. Lei, una donna sulla quarantina, dall’espressione avveduta, esitò a rispondere ma Dino, il suo compagno d’associazione, ruppe l’indugio. «In Carbonaia, nel comune di Castel del Monte. Il combattimento si svolgerà il secondo sabato di giugno, alle cinque del pomeriggio, questa volta.» «Perché hai detto “questa volta”?» puntualizzò Mauro, incuriosito. «Perché la gente che organizza i combattimenti, mai li fa più di due o tre volte nello stesso posto e sono convinto che la telefonata sia attendibile perché siamo a conoscenza che lotte tra animali sono organizzate spesso anche nella nostra provincia. Faccio il vigilante zoofilo volontario e l’anno scorso, io e il mio collega, ispezionando una macchia dalla quale proveniva un forte odore di carogna, trovammo le carcasse di un pastore tedesco e di un dobermann. Il cane lupo aveva un fianco squarciato. Le lacerazioni erano così profonde che lasciavano scoperte le costole. Anche il dobermann aveva lacerazioni simili. Supponiamo che abbiano fatto combattere i due cani contro un animale più grosso e aggressivo come un grande felino o un orso legati a un palo per costringerli a lottare.» «Com’è possibile giungere a tanta crudeltà?» chiese Silvia a Dino. «Gli atti violenti continuati sopprimono la sensazione di ripulsa per la sofferenza, come una sorta di adattamento e le forti scommesse sull’animale vincitore rappresentano lo stimolo economico. Il combattimento tra animali», spiegò Dino «è diffusissimo nel ...
... mondo e appartiene a una cultura millenaria, per molti popoli. Questi usi non facevano più parte della nostra cultura ma tornano a diffondersi e i cani sono gli animali più adatti e facilmente reperibili. I proprietari li accudiscono quasi amorevolmente fino a qualche giorno dal combattimento. Poi li incattiviscono tenendoli in ambienti strettissimi senza alimentarli. Li costringono a trascinare pesi enormi per irrobustirli, li bastonano e li frustano per inferocirli…» «Basta, Dino!» esclamò Silvia, inorridita. «Spero che qualcuna di queste persone sia finita in galera», commentò Luigi Gori. Sul volto di Dino apparve un risolino scettico. «Che io sappia, no. Occorrerebbe cogliere quella gente sul fatto e filmarla per sperare in una sentenza severa.» «Della telefonata abbiamo informato i forestali», disse la Bartolini «ma non c’è parso volessero dare importanza alla cosa.» Per loro poteva trattarsi di una burla.» Stefano, che fino allora aveva conversato col barista, uscì dal locale, si approssimò a Mauro per chiedergli: «Potrei parlarti, in privato, se non ti spiace?» «Come preferisci.» Silvia, inquieta, li seguì con lo sguardo fino a che giunsero presso l’ingresso del vicino parco. Sopraffatta dall’apprensione, li raggiunse. «Dove andate?» «Silvia, per favore, torna a sedere. Facciamo soltanto quattro passi», la rassicurò Stefano. «Nemmeno uno ne fa, Mauro, senza di me», reagì lei con fermezza. «Mauro, avremo occasione di rivederci. Anzi, ti telefono.» Stefano si era appena ...