1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti

    ... visibilmente impacciato. Pensò che il viso gli fosse divenuto rosso come un’amarena, talmente se lo sentiva scottare. Fissò l’ingegnere mentre riempiva l’assegno, poi gli consegnò la tela firmata, raccomandandogli di non appoggiare la parte dipinta in uno spigolo che premesse sulla tela e di tenerla in un ambiente buio per almeno una decina di giorni in attesa che i colori si asciugassero. L’ingegnere consegnò la tela a un suo collaboratore, poi si rivolse ancora a Mauro. «Viene spesso a dipingere da queste parti?» «Sì! Perché me lo chiede?» «In futuro non potrà più farlo. Questo vallone sarà sommerso.» «Dall’acqua?» chiese Mauro esprimendo stupore. «Il torrente sarà sbarrato da una diga laggiù», gli rispose l’uomo indicando la parte bassa del vallone. «Una diga! Perché?» Notando l’espressione sbigottita del ragazzo, l’uomo gli spiegò quanto l’acqua fosse sempre più necessaria per le attività umane. Mauro precipitò dal compiacimento nell’angoscia. Avvertì il cuore in tumulto e i palmi delle mani iniziarono a sudargli. Avrebbe voluto chiedere al suo interlocutore altre spiegazioni ma il timore che la voce gli tremasse lo fece rinunciare. Accortosi dell’amarezza che aveva provocato nel giovane, l’uomo assunse un’espressione dispiaciuta. «Immagino la sua affezione per questo luogo ma i procedimenti per costruire la diga saranno lunghi perciò avrà tempo per dipingerlo ancora. In seguito potrà cimentarsi in soggetti lacustri.» Fissò il volto smarrito del giovane. «Mi perdoni se ...
    ... le ho guastato la giornata.» Usò un sassolino per spegnere la sigaretta, mise l’avanzo nel pacchetto, diede al ragazzo due tocchi di conforto sulla spalla e si congedò. Mauro guardò il minuscolo laghetto, la casa di Pansecco, il gelso che cresceva accanto ad essa e la parete rocciosa con il fontanile. Pensò alla galleria di olmi, al buon odore delle foglie in decomposizione, alla fragranza di resina che emanava la pineta e al profumo delle acacie in fiore. Mai aveva avvertito i suoi sensi acuirsi come in quel momento. Quante particolarità del luogo erano sfuggite alla sua osservazione! Alcuni ciottoli, emergenti dalle rapide del rio, erano ricoperti di mucillagini così da apparire come teste umane semisommerse dalle quali affioravano le capigliature. Notò con quanta casuale armonia margherite e ranuncoli avessero trasformato quell’angolo di terra in un’aiuola più bella di quelle artificiose delle rotonde stradali. Presso il ponticello un rosolaccio rompeva il bocciolo e le ginestre che crescevano sulla collina prospiciente, esalavano l’olezzo della fioritura. Rivolse un ultimo sguardo al comignolo della casa di Pansecco ancora eretto a sfidare il tempo. Pulì la tavolozza, radunò gli attrezzi e s’incamminò verso casa. Il sole che si avviava al meriggio fece brillare sul suo viso una lacrima. Sgomento «Mauro», lo rimproverò Nadia che aveva messo un piatto sull’altro per rallentare il raffreddamento della pietanza «sei tornato troppo tardi. Ti toccherà mangiare gli spaghetti ...
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