L'amico nero di mio figlio p.3
Data: 19/03/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: maialazzo
... dicendo mi prese per un braccio e mi avvicinò a sè. Temetti volesse baciarmi, ma invece mi prese la mano e me la guidò ad impugnare la sua clava, poi con fare deciso mi spinse in ginocchio, dove aveva preparato un telo di spugna ripiegato. Mi chiesi da quanto tempo fosse qui dentro ad aspettarmi con il cazzo in mano. Sapevo cosa si aspettava da me, ma invece riprese a masturbarsi con una mano, mentre con l'altra mi spinse contro le sue palle. Dure, calde, quasi senza peli, iniziai a leccarle; lui guidava la mia lingua manovrando la mia testa. Mi schiacciò la faccia contro il suo inguine, poi sui peli pubici che quasi soffocavo, poi ancora sulle palle, che ripresi a leccare. Quando fu soddisfatto, finalmente mi mise il cazzo in bocca, ma non lasciò la presa. Era lui a decidere il ritmo e la profondità dei colpi nella mia bocca, ma anche nella gola! Infatti il suo cazzo ere perfettamente dritto, non come quello del nonno, e lui riusciva ad entrarmi in gola, e in breve tempo non avevo neanche più conati; aveva trovato l'angolazione giusta per sprofondarmi tutta la sua lunghezza nella mia piccola gola. Intanto aveva preso a dirmi frase come: "Ahhh... che bocca calda" o "Uhhm, quanto sei troia" o ancora "...nessuna era riuscita a prenderlo tutto in bocca fin'ora..." frasi che mi eccitavano da morire, anche se continuavo a chiedermi dove fosse finito il "signora Monica" con cui quel ragazzino di solito si rivolgeva a me. Lo tirava fuori tutto e me lo strusciava in faccia, ...
... impiastricciandomi tutta e spalmando anche quel poco trucco che mi ero messa per il mare. Poi me lo rimetteva in bocca e riprendeva a pomparmi in gola. A volte, quando lo tirava fuori, me lo sbatteva in faccia, come a schiaffeggiarmi, e la saliva e i suoi umori formavano fili fra la sua mazza e la mia guancia, mentre io aspettavo a bocca aperta che me lo rimettesse in bocca. Cercai di passare io al contrattacco verbale, e, guardandolo negli occhi, dal basso all'alto gli dissi: "Era questo che sognavi, eh, le mie labbra carnose sulla tua cappella, così uhmmm..." ma lui di tutta risposta: "Zitta troia e succhia, che sto per riempirti, ahhhhh!!!". Questa volta però non ero impreparata, ormai sapevo quanto poteva spruzzare, così sigillai le labbra in cima alla cappella, pronta per ingoiare tutto. Iniziò a riempirmi la bocca e mi resi conto che il gusto era ormai familiare; fra la sua sulle lenzuola e quella del nonno, ormai conoscevo il loro sapore! Ingoiai ed ingoiai, ma non c'era verso; non riuscivo a mandarla giù tutta. Così dovetti cedere e staccarmi, mentre lui continuava a pisciare sborra densa; appoggiò la cappella alla mia guancia e lasciò che sgorgasse libera sulla mia faccia, poi la posizionò sulla fronte, all'attaccatura dei capelli, e mi inondò la testa e la faccia da sopra. Intanto diceva: "Sìììì, prendi troia! E' da tutta la settimana che non mi tocco per inondare te! Ohhh, sììì prendiiiiii.... sapevo che ti avrei riempito questa volta!!!". Quando ebbe finito si stava ...