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La Scema 5- Vertigini (Finali)
Data: 19/03/2018, Categorie: pulp, Autore: senzaidentità
... a noi altri che piangeva. *** Più l'estate ci soffocava e più il suo ventre ingrossava. Un mattino la nostra ex insegnante di matematica le chiese di comprare rose mentre la signora non c'era. Marta entrò e riapparve col mazzo composto. “Grazie – annuì- Vado a far colazione al forno. Vieni?” Da quella volta prese l'abitudine di star seduta davanti al negozio e regalare rose a chi passava. Chiunque accettava il fiore ringraziando e la invitava dove stava andando. Alla fine non è che tutto il male deve venire a nuocere… La sua condizione inteneriva tutti e le aveva consentito di smetter di esser sola ed anche la madre si era calmata e quasi rassegnata al sempre più vicino arrivo di quella creatura della quale doveva, suo malgrado, diventare la nonna. Glielo lessi negli occhi alla fine di luglio quando Marta uscì con due rose per due delle nostre vecchie compagne di classe che passeggiavano insieme. “Grazie Marta.” “Dove andate?” “Su allo chalet. Vieni?” *** Soltanto con Nicla continuavano a guardarsi in cagnesco, entrambe convinte nel profondo di avere condiviso la stessa persona. Certo, alla richiesta di spiegazioni della troia lui doveva essere rimasto sul vago per non accusare di quella sporcizia suo fratello. Non del tutto biasimabile, l'istinto di protezione di un parente, sebbene si trattasse di un fratello che aveva sbagliato e tanto. Alle porte di Agosto la facciata di casa di Nicla era rifinita ed il suo amore sparì nel nulla. Quello di Marta era evaporato da un ...
... pezzo, eppure lei credeva di essersi solo fatta da parte per l'altra. Quando seppe che non si presentava manco da lei, provò a far la pace e le offrì la rosa come a tutte le altre paesane ma quella strega non la prese. Allora Marta tentò con la domanda. “Dove vai?” “A fanculo. Vuoi venire?” Fu l'ultima volta che rivolse a Nicla il discorso, in seguito si limitò ad osservarla andare e tornare sempre più spesso dalla città di mare. *** Il pomeriggio in cui Marta si dissolse si pensò che avesse imitato il tragitto fatto dall'altra nei giorni passati nel tentativo di scoprire dove avesse cacciato la testa quel vigliacco. Nicla non si dimostrò toccata dall'avvenimento. Le aveva detto più di uno di non trattare Marta in quella maniera ma la sua ragione era evidentemente distorta dalla gelosia. Si cercò di spiegarle che semmai la colpa era da attribuire al suo splendido innamorato ma non ci fu verso. Per lei Marta ci capiva eccome e di più disse ognuno si ritrova con quello che si merita. Vabbè, non era certo l'unica ad alludere che Marta facesse solo finta di non aver tutti i giovedì ma dir che se la stesse spassando, sola per chissà quali vie era più di quanto si potesse tollerare d'ascoltare. Dopotutto anche essere in pericolo per qualcuno è eccitante, diceva lei. *** Il mio pomeriggio era svanito invece in una bottiglia di liquore che il gestore del market del paese aveva regalato a mio padre, non rammento in che occasione ma che poi non era servito. Quel giorno mi ero augurato che ...