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La Scema 5- Vertigini (Finali)
Data: 19/03/2018, Categorie: pulp, Autore: senzaidentità
... di dire : "Come va questo mondo. In un modo o in un altro tutti inseguono tutti." Smisi di andarle appresso, appoggiai lo sguardo oltre, una figura minuta aveva catturato la mia attenzione. Lasciai quei due e seguii lui. L’ora si era fatta tarda e la gente non riempiva le strade, il profumo del mare misto al sentore di mucillagine svelavano un'altra fragranza familiare. La persona nelle orbite aveva schegge luminose ed una sola delle sue mani che spuntava da sotto una giacca a vento dal collo alto e nero, dipinta, esangue,e affusolata stringeva la sciarpa profumata di Marta. Non potevo giurare che fosse la stessa, di foulard identici ce ne sono a milioni ma il suo abbigliamento fuori stagione ed il modo guardingo di muoversi mi convinsero che lui mi avrebbe portato dove volevo. Si riavvolse nella giacca e prese ad andare a spasso svelto, superò parte degli stabilimenti balneari. Svoltò al molo, si lasciò alle spalle la via principale. Mi resi conto di avergli quasi corso dietro per tutto quel tempo solo quando la milza prese dolermi ed il fiato s'accorciò. Ci trovavamo alla battigia, in faccia alla taverna frequentata dagli zingari che a non starci attento dopo il contenuto dei loro bicchieri sudici si bevono anche te. Acquattato come avevo imparato a stare attesi che facesse qualche cosa. Credo di essere rimasto in attesa con lui per quasi un'ora poi finalmente apparve Marta. Uscì dalla taverna, guardò l'oggetto del mio inseguimento che ostentava il possesso della sciarpa ...
... alla luce del nastro polveroso, baluginante della luna. “Ridammela.” La sentii strillare. Adesso l'ordine era cambiato, lui apriva la processione, Marta gli correva dietro e io venivo per ultimo dalla debita distanza. Si arrampicò di nuovo sul molo, lasciò dietro di sé gli ombrelloni degli stabilimenti e i bar chiusi, ebbi un capogiro. Pescara è una vertigine da sopra il ponte al mare. A più di uno la testa gira su quella costruzione che l'architetto ha progettato troppo alta. Ricordai che di certo si stavano chiedendo di me a casa. Nella notte fonda Marta gli stava dietro sempre più a fatica. Chissà da che ora rincorreva il dispettoso che le aveva sottratto la sciarpa e grossa com'era… Non li seguii sul punto più alto del ponte. Soffro ancora di vertigini. Dal basso dov'ero li vidi armeggiare col drappo di stoffa ma non potevo comprendere se le loro ombre litigassero sul serio o se si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto. A un tratto lo vidi prenderla in braccio. “Che fa? - mi dissi – è troppo grossa per lui.” Invece sollevò Marta dai fianchi piegandosi sotto il suo peso, la sciarpa veleggiò sulle onde e sopra l'asfalto sotto di loro. "Prendila!" Le gridò coprendo l'ultimo urlo della ragazza. Nicla era dall'altro lato del ponte straordinariamente vicina a lui. Le schegge dei suoi occhi si aprirono su di lei. “Volevo solo rubarle la collana.” Si giustificò. Era stato tanto ansioso di compiere il suo lavoro da non porre la dovuta attenzione richiesta in certe opere. Sapeva ...