1. La Scema 5- Vertigini (Finali)


    Data: 19/03/2018, Categorie: pulp, Autore: senzaidentità

    ... fosse utile ad abbattere il tasso di paura che mi aveva impedito di parlare ad alcuno degli accadimenti del cimitero. Erano quasi tre ore che tentavo di preparami il discorso davanti allo specchio ma di fronte a mia madre non andavo oltre il: "C'è una cosa che io so... C'è una cosa che io so..." Fin quando mamma spazientita ribatteva: "Anche io. So che mi si brucia la cena. Quando ti decidi son di là." Stavo per decidermi davanti al filetto di salmone aiutato da un paio di ulteriori bicchieri di vino che allestivano il tavolino ma venni interrotto dallo trillo della cornetta cordless. Dal chiacchiericcio mi giunse che la madre di Marta era in caserma e voleva sapere se la figlia fosse passata da noi dato che non riusciva a spiegare che la sua Marta non era come tutte le altre ragazze ma lì le ripetevano che non si denuncia la scomparsa di nessuno dopo appena un paio d'ore che non si fa vivo. “È isterica- mormorò la mamma con la mano a tappar l'orecchio del telefono- ne sai niente tu?” “No.” Indovinai dove s'era recata, doveva esser scesa a Pescara in cerca di lui. Sarebbe bastato andare dietro a Nicla per scoprire dov'era scomparso ma non era sabato sera. Non mi avrebbero lasciato uscire. Mia madre raggiunse quella di Marta, cenai solo con mio zio. Riapparve per le dieci con due occhiaie da esaurita. “Lo sai che ha detto il vigile a quella poveretta?” Scroccone era assopito sul divano. “Cosa?” “Che prima di domani non si fa la denuncia, lei si è fatta in quattro a spiegare ...
    ... che Marta è incinta e con un ritardo cognitivo e quello ha avuto la faccia tosta di dirle che se è stata sveglia per certe cose lo sarà anche per ritrovar la strada di casa.” Zio visualizzò il vigile nell'aria. Lo conosceva per il blocchetto di multe che aveva consumato solo sul suo parabrezza. “Lo si sapeva che quello è un coglione. Ah mi spiace… Speriamo non si sia fatta male.” L'indomani Marta non riapparve, Nicla aveva avuto la bella idea di precedermi ed io avvisai che sarei mancato a cena. Seguendo lei avrei rintracciato anche la scema. Liberatomi dei miei cercai di recuperare tempo tagliando l'Orientale. La fermata era davanti alla caserma dei carabinieri e se mi fossi spicciato avrei preso l’ultima linea delle otto. Ci mise un’ora e un quarto quel rottame a traghettarmi accanto al corso Umberto I , mi toccò fare il tragitto pressato nei peggiori sedili in fondo, Nicla era tra i primi ma non doveva vedermi. Scesi alla fermata dopo di lei, più avanti al corso dove la strada lastricata s'ampliava e dava l'immagine del municipio alto, niveo di luna. Percorrendo il tratto a ritroso in cerca Nicla la scorsi in fronte alla gelateria che si guardava attorno reggendo la borsa come un'attrice. Appena si mise a camminare le andai dietro con cura di non esser visto. E se mi fece camminare… Arrivati nei pressi del ponte incontrai anche il professore e non era sua abitudine. Lui tornava con l'autobus delle sette. Sicuramente non ero io solo a cercare Marta. Avevo un'amica che usava ...
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