1. Padrone XIV - La prima volta


    Data: 20/03/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Akai_

    ... passo indietro.”Non capendo cosa stesse succedendo, strisciò indietro sulle ginocchia e poi si alzò andandosi a mettere vicino gli altri spettatori. Rivolgendosi di nuovo al Master“Tu. Lecca.”Il sorrisetto che aveva divenne un ghigno.“Scordatelo.”Cos’era? Stava cercando di minare la sua autorità? Quella che le aveva dato Padrone? Per un attimo si fissarono negli occhi, anche se inginocchiato si vedeva che era una persona forte.“Come preferisci…”Lui già sorrideva soddisfatto, lei invece indicò due Master che erano rimasti indietro.“Bloccatelo.”La assecondarono senza esitare. Sentendosi stretto da mani forti le urlò contro“Sei solo una cagna, senza questi due non faresti nulla. Leccatelo da sola, lo so che ti piace.”Mentre cercava di divincolarsi. Gli girò attorno come se avesse perso interesse in lui. Passò di nuovo in rassegna gli altri rimasti, per quello che aveva in mente andavano bene anche dei sub, l’importante era che fossero abbastanza forti“Bloccategli le caviglie.”Ubbidirono, naturalmente.“Sei una puttana!”Le urlò contro.“Ed ora faccia a terra. Lasciategli il culo in alto, mi raccomando.”Già se la rideva. Fecero esattamente come ordinato. Quella posizione prona, vista dall’esterno, le metteva un’enorme energia di controllo, cominciava a piacerle. Gli si avvicinò e gli abbassò gli slip, ovviamente era senza un pelo anche lì, come per il resto del corpo“Sei solo una puttana! Lasciatemi che gliela faccio vedere io!”“Avresti dovuto leccare quando te ne avevo dato ...
    ... l’opportunità…”Piegandosi le poggiò la punta dello strap-on sull’ano.“Sei una troia!”ed urlò dal dolore quando cercò di affondargli dentro. Lo schiaffeggiò per farlo stare fermo, cavolo se le piaceva… Spinse ancora ed ancora tra le urla del “poveretto” fino a quando non riuscì a fare breccia nello sfintere. Le ci volle molta forza ed aveva il fiatone, ma la parte più difficile era fatta. Lui sembrava si fosse acquietato, ma quando lo afferrò per bene, infilandogli le unghie nella carne dei fianchi, immaginandosi cosa sarebbe successo iniziò ad urlare di nuovo. Non gli dava più peso, era presa dalla sua frenesia, mettendoci tutta la sua forza e sfruttando anche il peso lo penetrò sempre più affondo. I gemiti gutturali erano interrotti solo dalle imprecazioni. Era piegata su di lui, ci stava mettendo tutto il suo impegno, i capelli lunghi e sciolti la celavano agli sguardi degli altri, tranne da Padrone, che la vedeva distintamente che rideva mentre maltrattava quel culo.Arrivata in fondo le sembrò che fosse finito il divertimento e semplicemente slacciò lo strap-on e glielo lasciò dentro. Senza guardare nessuno per capire la loro impressione si diresse direttamente da Padrone, gli si inginocchiò difronte e lo guardò aspettando un comando, invece le accarezzò il viso e le rimise il guinzaglio, con uno strattone la fece mettere in piedi e senza dire una parola la condusse fuori dalla stanza. Per i corridoi vennero raggiunti dall’uomo che li aveva accolti“Non è più il benvenuto.”“Sì ...