Analcord - sballo anale a rimini
Data: 21/03/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: ClubGodo87_II
... come una palafitta.
All’interno l’atmosfera si presentò subito gioviale.
La cameriera, una giovane ragazza romagnola, ci accompagnò al tavolo. Il mio sguardo non riuscì ad evitare i piatti colmi di crostacei sui tavoli che superavo lentamente, così com’era impossibile non notare i glutei di Marco, che mi precedeva da gran cavaliere.
Il pantalone color crema lo fasciava alla perfezione, le due tasche posteriori dettavano i ritmi dei suoi movimenti, i bottoni impreziosivano un’opera d’arte da aprire lentamente. Come le cozze che avremmo mangiato di lì a poco.
Come antipasto, ecco infatti un’abbondante piatto di pepata.
Avevo grande appetito, non solo alimentare. Decisi quindi di divertirmi un po’, provocando il mio bellissimo commensale.
Presi la prima cozza, la aprii e succhiai con educazione il sughetto che la riempiva. Il frutto di mare turgido e caldo arrivò subito dopo, bagnandomi le labbra come dopo una limonata.
Continuai così per qualche secondo, per poi scegliere le successive pietanze.
Spaghetti ai frutti di mare, frittura mista, sorbetto. Il pranzo giunse al termine senza che me ne accorgessi..
Nel raggiungere la cassa, Marco mi indicò la strada abbracciando il fianco sinistro.
Una timida erezione fece capolino, sperando che qualche ora dopo potesse avermi spalancato altre vie di perdizione.
Un po’ stanchi e vogliosi di rilassarci, tornammo verso il parcheggio della trattoria.
La macchina sostava sotto un’armoniosa pineta. Il ...
... caratteristico odore ed il rumore delle foglie mosse dal vento mi obbligarono a chiedere a Marco di rimanere lì per qualche minuto.
Per non stare in piedi, aprimmo gli sportelli e ci sedemmo in auto.
Reclinai leggermente il sedile e mossi lo sguardo verso di lui. A pochi centimetri da me.
Lo fissai, cercando di non concentrarmi troppo sulle sue labbra. Fu impossibile.
Capendo le mie intenzioni, poggiò dunque la mano sulla mia gamba, ed io, accarezzandolo lo baciai. Le nostre labbra si sfiorarono dolcemente, fino ad intensificare la presa con l’aggiunta di lingua ed energia.
Sembravamo incollati con un mastice fortissimo, ma decisi di non scivolare verso qualcosa di più pericoloso.
Mi staccai a fatica, proponendogli di fare due passi in spiaggia.
Partimmo. Dirigendoci verso una delle poche aree ancora semideserte, data l’ora.
Un muretto delimitava la strada dalla sabbia. Mentre Marco chiudeva la macchina mi sdraiai, facendomi scaldare dai raggi del sole.
Osservandomi, si avvicinò ed appoggiò il suo pacco alla mia spalla. Spalancai lo sguardo, quasi spaventato che quella sensazione arrivasse da qualche indesiderato guardone.
Ed invece no. Era proprio lui. Sfrontato quanto eccitato.
Alzai la mano destra ed entrai nella sua camicia, accarezzandogli la pancia. Il pelo rallentava la velocità, ma continuai l’ascesa fino ai pettorali. Continuai a fissarlo, come accadeva da ormai parecchie ore. Nessuno dei due era più in grado di resistere.
Con la parte ...