Emanuele 2.0
Data: 24/03/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: honeybear
... assoluto e noi due inermi spettatori.
Si dimena come una cagna in calore, allungandomi schiaffi ogni volta che provo a gemere e godere e chiedendo, come me prima di lui, sempre più cazzo a chi lo sta scopando da dietro.
La forza con cui mi sta sbattendo è tale da costringermi a tenermi saldamente al letto. Anche il coach lo capisce e mi issa le gambe sulle spalle di Alberto tenendomele ben salde per i piedi e godendosi lo spettacolo. Il dottore mi sfonda a più non posso ruggendo come un leone; io, dal canto mio, sfogo il mio piacere sbattendo la testa sul letto e gridando come un ossesso!
“Sììì scopami… Scopamiiihhh… - rivolto al coach – E tu taci troiaaahhh… Taci… Taciiihhh…” e per rimarcare il suo ruolo dominante mi stringe ancora una volta il collo.
Non riesco a non ribellarmi: il piacere che provo va oltre ogni limite di sopportazione e non riesco a contenermi. Glielo faccio capire, tra un grugnito e l’altro, puntandogli in faccia due occhi rabbiosi carichi di libido.
È il coach a rendersene conto: “Lasciami scopare ancora un po’ questa vacca!” e lo sposta dolcemente, slabbrandomi ancora una volta con il suo cannone. Alberto m’infila l’uccello in bocca. Glielo ciuccio ingordamente, e con le mani inizio a masturbarmi.
La scopata di bocca e di culo riprende a pieno ritmo. Da una parte ...
... l’uccello del coach mi spacca per bene il buchetto, dall’altro quello di Alberto mi riempie la gola.
Vengono simultaneamente. Il ritmo è talmente concitato che me ne accorgo appena: la sborra di entrambi mi cola sul petto. Pulisco i rispettivi uccelli continuando a smanettare il mio.
Pochi colpi e ci siamo… Sto per venire anch’io!
“Cosa credi di fare, troia!?” la mano di Alberto allontana la mia dall’erezione. Ci riprovo, ma l’esito è lo stesso. Anche la seconda e la terza volta.
“No… Qualcuno ti ha forse detto che puoi sborrare, eh!? Eh, troia!? Qualcuno ti ha dato il permesso!?”
Al volo mi rimettono la gagball, rispuntata da chissà dove, e dopo avermi immobilizzato le mani dietro la schiena con il perizoma, mi sbattono a terra su un giaciglio ai piedi del letto.
Loro si sdraiano per accarezzarsi e coccolarsi, lasciandomi con l’uccello dolente e in fiamme.
Si placano. Ma non per molto.
Abusano di me a loro piacimento per tutta la notte… E solo all’alba mi è concessa la sborrata. Lunga… Quasi infinita… E tutta da ingoiare!!
Sfinito, mi appisolo tra le braccia di entrambi, coperto dai loro teneri baci mentre accarezzo entrambi.
Mi risveglio nell’identica posizione.
Un calcio mi spinge giù dal letto: “Ora tornatene a casa schiavo. Ti chiameremo quando avremo nuovamente bisogno di te!!”.