Incontri
Data: 25/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Jormungand
... quando la tua mano scivola dal ginocchio a sfiorarmi il clitoride con la punta delle dita mentre ancora mi prendi, e ti nutri a tal punto del mio piacere che ti bastano pochi secondi per lasciarti andare spingendoti con più prepotenza dentro di me e godere tu stesso.
Ti appoggi con la fronte tra le mie scapole, e lì ansimi, cercando ossigeno nel mio odore, mentre il culmine dell'orgasmo va scemando, lasciando dietro di sé membra molli e rilassate, mentre ancora non abbiamo il coraggio di separarci.
Sono io che ti aiuto ad uscire fuori, scivolare via dal mio sesso e sono sempre io che ti tolgo quella protezione di lattice che lascio andare nel cestino poco lontano dopo averlo legato con un nodo. Ti assesti dietro la mie schiena solo per appoggiartici con tutto il tuo corpo, la bocca appoggiata alla spalla che prendi a suggere ad occhi chiusi mentre la mia mano circonda la tua, appoggiata sulla mia pancia, mentre sento che i respiri e i battiti sono tornati vicino alla normalità.
Mi strazi, mi annienti, mi distruggi. Ma poi alla fine raccogli e torni a mettere insieme i cocci delle nostre volontà spezzate, e mi basta un bacio per sentire la pelle d'oca riformarsi a partire dalla spalla lungo il braccio.
Non serve parlare, sono i tuoi respiri che mi dicono quanto tu sia ancora agitato nonostante l'orgasmo appena raggiunto. Sei caldo appoggiato contro di me, caldo e sudato, ma non cambierei il contatto con niente al mondo ora, in questo microcosmo creato dai nostri ...
... respiri e i nostri corpi.
Cagna. Profondamente radicata dentro di me questa parola, che altro non è che una semplice spiegazione di quello che sento di essere. “Sono una cagna così, così mi va. Sono rabbiosa si sa ma mi difendo così” cantavano i prozac +, e li sento tatuati addosso questi versi, assieme agli altri tatuaggi molto più visibili, che hai imparato a conoscere a memoria, come ogni centimetro della mia pelle, che ora accarezzi con calma serafica, quasi a voler vedere trasferirsi l'inchiostro sulla punta delle tue dita.
Sei morbido, ma lo so che ti trattieni, e io ho un gran bisogno di svuotare la vescica per colpa dell'orgasmo.
- Fammi andare a pisciare. -
Buongiorno mademoiselle, come al solito fine come il ghiaione grosso, quello della stazione per intenderci. Lo senti che nelle mie parole non c'è cattiveria e nemmeno la volontà di allontanarmi da te, ma quando natura chiama è da stolti non rispondere.
Mi stacco controvoglia, e nuda mi muovo abbastanza barcollante verso il bagno, e una volta seduta scaricare quel litro di urina mi fa sentire totalmente svuotata da tutto. Un guscio vuoto e caldo, tranquillo e rilassato, lontano da tutto e da tutti. Tranne che te.
Sento ancora il sesso teso mentre mi pulisco, e la voglia di averti, che dal giorno prima mi ha travolta, torna a farsi sentire nell'attimo stesso che strofino un po' più a fondo. Cosa mi hai fatto?
Una sciacquata veloce, un attimo di contegno che manca da così tante ore da aver perso il ...