1. Trasformato in troia - solitudine (cap.16)


    Data: 25/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: shinigami83ge

    ... poterti mettere in ginocchio davanti a lui ed implorante, sperare, pregare che ti permetta di succhiarlo. E quando avrai il consenso inizierai a succhiare e succhiare e succhiare finché schizzi di sborra calda non ti riempiranno nuovamente la bocca. Ti è chiaro troia?”
    
    “sì.. mi è chiaro mi è chiaro” rispondo con un misto di sensazioni che non so descrivere fra l’impaurito, il rassegnato, l’umiliato e l’eccitato
    
    “e se la tua bocca non sarà sufficiente tu gli darai il tuo culo e ti farai sfondare per ore..
    
    basta che un cazzo ti faccia sentire la troia che sei…. Chiaro anche questo?”
    
    “sì.. sì” balbetto sperando che quella tortura finisca.
    
    E finalmente libero, mi massaggio il cuoio cappelluto, ma il mio destino non si è ancora concluso
    
    “avanti troia, cammina, dobbiamo ancora andare in un posto”
    
    Incredulo ed amareggiato del fatto che quel gioco perverso non sia ancora terminato mi volto ed inizio a mettermi nuovamente in cammino.
    
    Umiliato e depersonalizzato cammino fra la gente suscitando reazioni diverse: schifo, curiosità, ilarità, ma ormai poco importa, anche se ad accentuare il mio disagio ci si mette la sfiga, perché ovunque volga lo sguardo vedo solo uomini, come se fossi finito in un mondo immaginario privo di donne e ciò mi eccita anche se non vorrei.
    
    I miei aguzzini mi seguono a distanza, come ad attendere che un’altra folla di persone sia pronta a rapirmi, poi improvvisamente sento un DLING DLING in lontananza e dopo poco mi trovo il ragazzo ...
    ... francese in bicicletta nuovamente di fronte a me.
    
    “avanti sali” mi grida a voce alta
    
    Senza riflettere su quello che sto facendo salgo in sella alla sua bici, mi aggrappo e lui e partiamo.
    
    Il biker e il poliziotto spiazzati dalla situazione provano a ricorrermi ma senza successo.
    
    Pedaliamo per diversi minuti nei quali la mia mente si riempie di interrogativi da porre al ragazzo, ma nulla mi poteva preparare a quello che stavo per vedere, svoltiamo in un vicolo ed improvvisamente la città si interrompe davanti ad un grandissimo muro di cemento.
    
    Il ragazzo si ferma e mi fa scendere dalla bici, mi passa la sua giacca per coprirmi alla bene meglio poi velocemente si dirige verso il muro.
    
    Stupito mi volto e vedo alle mie spalle il quartiere dove sono già stato diverse volte e che conosco bene. La gente passeggia, le macchine sfrecciano, poi mi volto di nuovo e vedo un muro lì dove non dovrebbe esserci. Sbalordito, cercando di capire dove mi trovo vengo richiamato all’attenzione dal ragazzo francese che mi grida
    
    “avanti muoviti” e mi accorgo che nel muro si è aperta una porta.
    
    Lo raggiungo e come supera la soglia mi accorgo che mi trovavo all’interno di un immenso capannone vicino al porto.
    
    “dobbiamo allontanarci da qui, sali in sella” e veloci ci rimettiamo in marcia.
    
    Viaggiamo per circa una decina di minuti, poi arriviamo in un piccolo vicolo dove ci fermiamo, il ragazzo apre una porta e mi invita ad entrare.
    
    “non temere, questa è casa mia”
    
    Vorrei ...