1. Quel mio primo pomeriggio travolgente


    Data: 25/03/2018, Categorie: Masturbazione Autore: Eleonora, Fonte: EroticiRacconti

    Con lo scritto precedente mi sono presentata ed ho esposto la mia “filosofia’ riguardo la mia passione per la masturbazione. Con queste righe vorrei raccontare l'esperienza in cui sono stata, per la prima volta, consapevole della mia profonda libidine. Non ricordo quanti anni avessi ma, sicuramente, ero indietro con lo sviluppo, insomma il mio corpo pareva acerbo, ero magretta e piatta, zero curve. Eppure mi piacevo, mi piaceva il mio viso incorniciato da un caschetto di capelli scuri e lisci, con due occhi profondi e cerulei. Quel pomeriggio ero sola in casa perché i miei genitori erano andati a trovare un parente in ospedale. Dopo aver fatto i compiti ho iniziato a girovagare senza meta per le stanze fino ad entrare nella camera dei miei. Ho iniziato a curiosare nei portagioie di mamma trovandovi numerose collane, roba di scarso valore ma che a me sembravano elegantissime. Davanti al lettone matrimoniale c’era un armadio immenso, con enormi ante a specchio. Ci sono salita sopra, dopo essermi tolta le ciabattine, e mi sono seduta al centro, portandomi dietro tutte le collane. Volevo giocare alla modella provando tutti quei luccicanti monili. Era estate ed avevo addosso solo un semplicissimo vestitino corto e leggero e, sotto, delle mutandine di cotone bianco. Ho iniziato a indossare le collane e a fare delle smorfie allo specchio, tirandomi su i capelli come avevo visto fare alla TV dalle fotomodelle con tutte quelle curve che io mi potevo solo sognare. Poi, improvvisamente, ...
    ... mi è venuta la voglia di vedere quanto il mio corpo era diverso dal loro, e di controllare se quelle collane, sul mio corpo nudo, potevano far pensare almeno un poco a qualcosa di intrigantemente femminile. Mi sono alzata in piedi sul letto e, con movimenti esageratamente sinuosi, ho aperto la zip dietro il vestitino facendolo scendere lentamente verso i piedi. Saranno state tutte quelle collane sui seni appena accennati, che provavo a spingere in fuori con sfrontatezza, ma il mio corpo, seppure acerbo, mi provocava una certa strana emozione. La luce del pomeriggio filtrava soffusa attraverso le tende e lo colpiva obliquamente mettendo in risalto in modo intrigante la mia pelle bianca, i piccoli capezzoli scuri, appena protesi dietro le file di perle, la fossetta graziosa dell’ombelico, le gambe lunghe e magre. Improvvisamente ho smesso di fare le smorfie e con entrambe le mani ho afferrato i bordi delle mutandine iniziando a tirarle verso il basso, molto lentamente. Davanti a quello specchio, in piedi, ho avuto una specie di capogiro nel rendermi conto, come in una rivelazione, della carica erotica di un corpo femminile che veniva lentamente svelato. L’essere sola, guardarmi e spogliarmi lentamente, mi provocava una sorta di pulsione tra le cosce, mai provata prima in modo così netto. Ho continuato ad arrotolare le mutandine scoprendo il ventre bianco ed ho proseguito fino a che lo specchio mi ha rivelato la giunzione della mia fessura. Questa vista mi ha provocato un’altra ...
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