Amiche, sorelle e amanti
Data: 25/03/2018,
Categorie:
Lesbo
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... di sé come un�isterica, in quanto osservandola era assai buffa.�Dovresti farmi un favore�. Ecco che comparvero nuovamente i suoi occhi amorevoli e deliziosi:�Mi presti la tua gonna? Sì, quella con le righe per favore�.Lei mi pregava supplicandomi come una bimba, dal momento che era troppo difficile e piuttosto faticoso dirle di no, allora agguantai la minigonna dall�armadio e gliela diedi, lei l�indossò soddisfatta davanti allo specchio ammirandosi fino all�ultimo momento prima d�uscire, era incontestabilmente avvenente. I suoi lunghi capelli biondi cadevano morbidi sulle spalle, il lucida labbra brillava eccitante sulla sua piccola bocca, mentre l�ombretto scuro creava un bel contrasto mescolandosi sapientemente con il colore dei suoi occhi celesti. Lei mi baciò la guancia, corse via, chiuse la porta e s�avviò da lui. Io restai a casa perché dovevo prepararmi per un esame, eppure in quell�attimo di strano silenzio mi fissai allo specchio guardandomi attentamente negli occhi: erano neri come la peste, osservai i miei capelli ricci come dei boccoli di rame, fissai la mia bocca, quella rosea bocca che non amava esser domata, tanto meno da un lucida labbra. Il reggiseno mi opprimeva, decisi allora di mettermi comoda con la canottiera e le mutandine, così invece di studiare iniziai a vagare per la casa come un fantasma, accesi la TV ma soltanto dopo pochi secondi la spensi, accesi la radio, trascorsero alcuni secondi e misi un CD, alzai il volume lasciandomi travolgere dalla ...
... melodia. Accesi il telefonino e lo spensi, poiché ero indecisa se fare qualche squillo a qualche amico, sennonché mi lanciai sul letto, in tal modo nel buio e nel silenzio della musica chiusi gli occhi lasciandomi trasportare da quelle penetranti sonorità. All�improvviso sentii sbattere la porta in modo brusco e manesco, saltai tempestivamente giù dal letto in quanto mi ero addormentata senza quasi accorgermene: senza rendermi conto feci un pisolino di due ore, abbassai lo stereo grattandomi la testa uscii dalla mia camera, lei era appena rientrata:�Marta, sei tu?� - la chiamai dal corridoio, mentre la sentivo chiaramente piangere.La porta della sua stanza era aperta nel buio che peraltro io adoro, lei però singhiozzava. Così m�avvicinai lentamente e senza dire nulla le accarezzai la testa. Affetto materno, amore, compassione, tenerezza e tristezza: era tutto ciò che si mescolava ineluttabilmente nel mio sangue, mentre io muta ero vicino a lei che cercavo di rinfrancarla:�Paola, mi senti Paola� - lei si sbloccò annuendo e chiamandomi per nome, visto che piangeva come una bambina, come se fosse caduta dalla bicicletta sbucciandosi le ginocchia, infine m�abbracciò forte cercando il giusto conforto:�Calmati, che cos�è successo? Racconta, che ti ascolto� - le chiesi io asciugandole le lacrime.�E� uno stronzo. M�ha preso in giro davanti a tutti, ha fatto lo scemo con quella, m�ha umiliato offendendomi. Io lo odio� - ribatteva lei inveendo senza respirare.�Oggi però lo amavi. ...